I turisti? Senza una buona ricezione del loro smartphone non sceglieranno più i nostri territori. È evidente che chi arriva in borghi e località di Alpi e Appennini vuole avere un buon 4G, una buona copertura internet mobile, e ancor prima un minimo segnale. Decente. È una questione anche di sicurezza. Sempre più escursionisti rilevano moltissime aree montane, percorse da sentieri, scoperte. Dunque, in caso di allarme tutto si complica. Vale anche per soccorritori ed emergenze sanitarie. La copertura è necessaria e Uncem ha aperto un dialogo con le principali compagnie di telefonia mobile per sbloccare investimenti e opportunità per i territori. Come abbiamo ribadito qualche ora fa, di digital divide non vogliamo morire.

Così il Vicepresidente vicario nazionale di Uncem, Antonio Di Maria, in merito a un problema sempre più serio dalla Campania alla Lombardia, dal Trentino alla Calabria.

La copertura della telefonia mobile è troppo rarefatta nelle zone montane. L’app “Che Banda” permette di scoprirla, ma… senza banda è anche difficile monitorare la situazione. “Per questo – prosegue Di Maria – Tim e Vodafone ci hanno chiesto di segnalare aree precise non coperte.
Hanno dato la disponibilità a coprirle. È un buon approccio, che accogliamo con favore. Servono investimenti da parte loro. Noi faremo dei carotaggi con i nostri Sindaci nei 3.850 Comuni montani italiani. Ma chiediamo al Governo, all’AGCom, ai CoreCom regionali, alle compagnie stesse, di investire delle risorse per il monitoraggio e poi soprattutto per nuovi pali. Dove oggi vi sono contenziosi con i Comuni, Uncem si impegna a risolverli, a chiarire situazioni. Ma il segnale deve essere chiaro.
I cellulari devono prendere ovunque, anche nei piccoli borghi, anche sui sentieri. Il problema riguarda i turisti, in estate e in inverno come abbiamo detto. Ma ancor prima, lo sappiamo bene, riguarda chi abita i territori tutto l’anno, chi fa impresa, chi avvia una start up. Vuole avere una connessione decente, una copertura di telefonia mobile stabile e omogenea. Risolvere queste sfide vuol dire unire il Paese, non marginalizzare Alpi e Appennini”.