Serve approvare definitivamente la legge contro il consumo di suolo, ferma in un cassetto da cinque anni e definire subito un Piano, strutturato e sinergico, di prevenzione e manutenzione su tutto il territorio nazionale, fragile per il 94%, cogliendo l’opportunità del Pnrr che per il dissesto idrogeologico ha destinato all’Italia 2,5 miliardi, ma fino al 2026. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione della Giornata Mondiale dedicata che ricorre oggi e ribadisce, con estrema puntualità rispetto alla tragedia di Ischia, il ruolo fondamentale del suolo per i servizi ecosistemici alla base della vita sulla terra, dalla tutela dell’ambiente a quella dell’agricoltura.
Per Cia, dunque, va superata la logica, ormai tardiva, dello Stato di calamità, ripartendo da una seria progettualità, in stretta sinergia con le amministrazioni locali. In un’Italia per lo più a rischio erosione e dissesto occorre, quindi, pianificare interventi sia nel breve che nel lungo periodo, a partire dalle situazioni più critiche e già in allerta.
Il Paese -ricorda Cia- perde, di fatto, 2 metri quadri di suolo al secondo, a causa di asfalto e cementificazione, in media 19 ettari al giorno nel 2021 (quasi 60 kmq nel 2020), superfici tali che, diversamente, avrebbero garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua, quel drenaggio fondamentale contro alluvioni e frane. Sono disastri che mettono a rischio oltre 8 milioni di persone in aree ad alta pericolosità e almeno in 10 regioni italiane (tra le quali: Liguria, Emilia-Romagna, Marche e Calabria), mentre per 8 si calcola un rischio maggiore del 90% (è il caso di: Campania, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Campania).
La sfida a tutela del suolo -sottolinea Cia- va assolutamente vinta adesso, visto l’impatto inarrestabile dei cambiamenti climatici che proprio la cura adeguata del terreno per una sua migliore fertilità, può contribuire a contrastare, aumentando la capacità di diminuire i gas serra nell’atmosfera.
L’agricoltura, cattura Co2 per eccellenza, resta il principale settore alleato, con le imprese a custodia dei territori e a garanzia della biodiversità, con l’Italia del biologico che vanta oltre 2 milioni di ettari sul totale, superando Spagna e Germania, ed è sempre più vicina agli obiettivi del Green Deal Ue.
“Gli agricoltori, però, non possono essere lasciati soli -interviene il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini-. Serve una posizione politica e istituzionale forte, l’approvazione definitiva della legge contro il consumo di suolo e, a supporto, una pianificazione capillare di interventi sul territorio contro il dissesto idrogeologico, che passino per la revisione dei ruoli e delle responsabilità, il rifacimento delle reti fluviali regione per regione, la messa in sicurezza degli argini e delle aree marginali”.
_________________