Sono ancora  incredulo, la tragica morte del giovane sindacalista a Novara, padre di due figli, è chiaro che ci ha molto colpito ed addolorato. Nel paese esistono diversità nell’esercizio della rappresentanza sociale e sindacale, tante differenze storiche tra il sindacalismo confederale e le posizioni delle sigle autonome. Ma la libertà sindacale va sempre rispettata e garantita perché è sinonimo di democrazia in un paese civile”. È quanto sottolinea oggi in una lunga intervista al quotidiano “Avvenire“ il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra.
“Magistratura ed inquirenti devono fare subito piena luce sull’accaduto, come ha sottolineato anche Draghi e nello stesso tempo aprire una discussione seria sulle giuste tutele e sui diritti che bisogna garantire ai lavoratori della logistica, della gig economy, nell’agricoltura ed in tutti i settori dove c’è oggi uno sfruttamento selvaggio del lavoro. Lo ha giustamente richiamato giorni fa anche Papa Francesco, riconoscendo il ruolo del sindacato, spronandolo ad occuparsi ancor di più degli ultimi ed a cambiare questo sistema economico, mettendo al centro il valore del lavoro e la dignità della persona”, aggiunge il leader Cisl.
“È evidente che nel settore della logistica si stanno consumando episodi continui di violenza, di intimidazione e di inciviltà, che riportano indietro nel tempo le relazioni industriali. In molti casi perdura una situazione di bassi salari, sub appalti selvaggi, false cooperative,  con il mancato rispetto dei contratti, dei diritti e delle tutele fondamentali.
È un brutto segnale per il Paese, una involuzione delle condizioni del lavoro. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai più deboli, con questa strisciante deregulation. Dalla emergenza sanitaria dobbiamo uscire cambiando in meglio le condizioni del mondo del lavoro. Non può prevalere la logica fredda del profitto e del mercato selvaggio e senza regole”. Sbarra sottolinea che “picchetto o non picchetto, qui è morta una persona, un sindacalista che stava manifestando. Non si può essere aggrediti mortalmente con una violenza inaudita quando si protesta o si sciopera.
Non si può morire di lavoro o per il lavoro. Il settore della logistica è spesso una giungla, tra contratti pirata ed una selva di subappalti, dove l’80% dei lavoratori che smistano i pacchi o altre lavorazioni sono immigrati, senza orari, straordinari, diritti fondamentali. Noi siamo impegnati da tempo su questi temi con le nostre categorie, la Fit Cisl un mese fa ha rinnovato insieme agli altri sindacati il contratto collettivo della logistica. Ma il sindacato confederale è osteggiato da molte aziende che non rispettano più gli accordi ed i contratti cercando solo maggiori profitti, applicando un costo del lavoro più basso del 40%. La filiera della logistica si è frammentata, polverizzata e si sta andando avanti con contratti pirata, firmati da personaggi che indossano la mattina la giacchetta del sindacalista e nel pomeriggio del padroncino. Una vergogna”.
Il leader Cisl lancia un appello al Premier Draghi: “Tutte le forze politiche che stiamo incontrando in questi giorni riconoscono l’allarme che stiamo lanciando sui licenziamenti. Ecco perché rinnoviamo il nostro appello al Governo: cambiate il decreto sostegni oppure adottate un nuovo provvedimento nei prossimi  giorni, prolungando il blocco almeno fino alle fine di ottobre. Ci sono tanti settori industriali che stanno ancora soffrendo la crisi, senza contare i 100  tavoli aperti al Mise dove si discute il destino di 100 mila persone. Bisogna consolidare da un lato la ripresa e dall’altro approntare le misure di protezione sociale universali.
Lavoriamo insieme ad un grande patto per ricostruire il paese, attuando il PNRR con le necessarie riforme del fisco, delle pensioni, della P.A., della scuola, rilanciamo investimenti su infrastrutture, politiche industriali, innovazione, ricerca, formazione, non autosufficienza, Mezzogiorno. Questo diremo con grande forza anche sabato prossimo, il 26 giugno, nelle tre grandi manifestazioni unitarie che faremo a Torino, Firenze, Bari”.