Da settimane chiediamo l’apertura di un confronto con Assodelivery sul tema delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del Covid-19.
Finora l’associazione che rappresenta le principali aziende del food delivery non ha ritenuto utile nemmeno un cenno di risposta.
Un atteggiamento sbagliato, quello di Assodelivery, specie in un settore in cui vediamo crescere il rischio di comportamenti al limite della legalità e in cui le condizioni di lavoro sono molto lontane dall’essere dignitose. E questo è ancora più paradossale per un servizio che è stato considerato essenziale nella pandemia.
Leggiamo oggi sul Corriere Economia un’interessante intervista della vicepresidente della Associazione, general manager di Glovo, che apre anche alla possibilità di addivenire ad un accordo per riconoscere alcuni diritti.
E’ quello che il sindacato chiede da sempre per questi lavoratori: dare loro dignità e diritti, partendo dalle reali condizioni di svolgimento della prestazione lavorativa e dalle tante sentenze e pronunciamenti che si stanno susseguendo in questi mesi che contestano la natura autonoma di questi lavoratori, indicando la etero organizzazione come condizione prevalente.
Ricordiamo che il “decreto riders” approvato lo scorso novembre stabilisce alcuni diritti di base, ma poi affida esplicitamente gli aspetti retributivi alla contrattazione collettiva, contrattazione che dovrà intervenire entro 12 mesi e che potrà anche regolamentare ferie, malattia, trasparenza degli algoritmi, diritto alla disconnessione, alla privacy, all’associazione sindacale, insieme a tutte le altre protezioni che solo un vero contratto può riconoscere.
Si apra, quindi, immediatamente un confronto finalizzato a negoziare con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale diritti e tutele per i lavoratori. E’ questo il miglior segnale da mandare ai rider impegnati in attività essenziali sottraendoli da condizioni di ingiustificato e inaccettabile sfruttamento.