Pur rappresentando una categoria tra le meno colpite da questa pandemia, non possiamo che dirci preoccupati per la piega che stanno prendendo gli eventi. Credo che tra le voci ascoltate dal Governo per prendere decisioni in merito ai DPCM, manchi la nostra.” dice Donatella Prampolini, presidente Fida e vice presidente Confcommercio imprese per l’Italia.
“I nostri punti vendita sono restati sempre aperti, anche durante la fase uno, quando nessuno sapeva bene come comportarsi e mancavano i presidi anticovid – continua la presidente Prampolini – abbiamo stilato dei protocolli di sicurezza e la prima cosa da fare, sarebbe stato verificare con noi, se quei protocolli abbiano poi effettivamente raggiunto il loro scopo.”
“I nostri associati – sottolinea la presidente Prampolini – senza che nessuno lo imponesse, in estate hanno sottoposto il personale ai test sierologici, proprio per accertare se il rispetto delle misure di sicurezza fosse stato sufficiente e i risultati sono stati ottimi: pochissimi sono stati i contagi sui luoghi di lavoro e i pochi casi, quasi sempre riconducibili a cause esogene.”
“Pertanto è incomprensibile come si possa pensare che la soluzione per contrastare l’aumento dei contagi sia quella di chiudere attività produttive, dove, lo dimostrano i fatti e non le parole, le procedure anticovid vengono rispettate e funzionano. Il Governo si concentri invece sui trasporti pubblici o su talune strutture pubbliche dove pare che i protocolli non esistano.
Si riapra e si riapra subito, perché il rischio vero è quello di far morire le imprese con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro!” conclude Prampolini.