«La sentenza del Tar della Toscana, depositata oggi, sulla vicenda del porto di Talamone è una vittoria per la trasparenza e per tutti gli operatori economici che credono nelle regole del mercato e nella concorrenza leale. Il Tribunale amministrativo ferma un progetto inutile e certifica quello che era sotto gli occhi di tutti: la gestione del Comune di Orbetello è stata radicalmente illegittima e la procedura adottata ha violato ogni principio di trasparenza, imparzialità e partecipazione. Questa sentenza mette un freno a quella che si configura come una forzatura amministrativa inaccettabile, tentata sulla pelle delle imprese locali e di una comunità che ha il diritto di essere coinvolta nelle scelte strategiche che riguardano il proprio territorio.
È sconcertante constatare come l’amministrazione comunale abbia cambiato idea in corsa, abbandonando il percorso della Società di trasformazione urbana (STU), che garantisce il controllo pubblico dell’operazione, per lanciarsi in una procedura di concessione opaca, senza una vera gara e senza coinvolgere gli attuali concessionari. Un comportamento contraddittorio e arrogante, come ha sottolineato il Tar, che ha giustamente bocciato questo tentativo di aggirare le regole».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando la sentenza del Tar della Toscana che ha annullato la procedura del Comune di Orbetello volta alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico.
«Unimpresa da sempre si batte per il rispetto della legalità e della concorrenza e non può che elogiare questa sentenza, che non solo ristabilisce un principio fondamentale, ma impone un messaggio chiaro a tutte le amministrazioni locali: le concessioni pubbliche non sono un affare privato da gestire tra pochi amici, ma un processo che deve garantire pari opportunità a tutti gli operatori. Ora ci aspettiamo che il Comune di Orbetello prenda atto della sconfitta e smetta di giocare con gli interessi della comunità e delle imprese locali.
Il sindaco e la giunta hanno il dovere di rispondere politicamente e istituzionalmente di questa pessima figura, e sarebbe opportuno che facessero una profonda riflessione sulle scelte compiute. Unimpresa vigilerà affinché non si ripetano più operazioni simili. Il porto di Talamone merita una attenzione seria e sostenibile, non improvvisazioni amministrative bocciate dai tribunali» aggiunge il presidente di Unimpresa.