Stop al caro benzina con un rapido abbassamento dei prezzi alla pompa dopo il crollo delle quotazioni internazionale del petrolio.
E’ quanto chiede Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, in relazione alla brusca caduta dell’oro nero sui mercati internazionali con il Wti che perde a New York il 5,12% a 50,74 dollari al barile e il Brent che cala del 3,55% scendendo sotto i 60 dollari al barile, a 59,77 dollari, per la prima volta da gennaio.
Una situazione – afferma Uecoop – che adesso si deve trasferire senza i soliti ritardi sul costo del pieno in Italia che è nella top ten dei paesi più cari al mondo per la benzina e per il diesel secondo l’analisi su dati Globalpetrolprices.
Negli ultimi venti anni – spiega Uecoop – i prezzi della benzina sono cresciuti del 75,9%, il diesel ha registrato un rialzo del 47,7% e il GPL del +49,9%.
Un rifornimento self service – spiega Uecoop su dati Quotidiano Energia – costa 1,624 euro al litro per la benzina e 1,511 euro al litro per il diesel,
ma ovviamente si tratta di valori medi mentre sul territorio nazionale ci sono prezzi superiori anche di diversi centesimi al litro a seconda che si vada in una stazione servita oppure che si faccia il pieno in autostrada con picchi di 1,823 euro al litro per la benzina e di 1,727 sul diesel negli impianti delle grandi compagnie.
Pesante – sottolinea Uecoop – l’impatto delle tasse che nell’ultimo anno hanno inciso per il 63% sul prezzo al dettaglio della benzina e per il 59,5% per quello del gasolio: in pratica – conclude Uecoop – ogni volta che un automobilista si ferma alla stazione di servizio per un pieno da 55 litri lo Stato si mette in tasca oltre 48 euro sul diesel e più di 55 euro sulla benzina, fra accise e Iva.