Legambiente esorta il Governo e la Ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova a puntare senza esitazione su un modello agricolo sostenibile. Nell’opinione degli ambientalisti, l’occasione unica e irripetibile della nuova PAC non deve cadere nel vuoto. Al contrario, deve rappresentare un momento di svolta attraverso cui imboccare con forza la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica anche in questo ambito.
“Legambiente – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione del cigno verde – non ha dubbi: il sistema agricolo deve dare seguito con determinazione ad un percorso capace di porre al centro la sostenibilità ambientale. Per contenere il surriscaldamento globale serve una risposta coraggiosa, che coinvolga in pieno anche l’intero sistema agricolo. Ce lo chiedono con forza i consumatori, le aziende agricole e larga parte del mondo produttivo.
La nuova PAC – ha proseguito Ciafani – deve essere all’altezza di questa sfida e favorire la transizione verso l’agroecologia, allineandosi a quanto previsto nel Green Deal e favorendo un cambiamento radicale del sistema agricolo, alimentare e produttivo. Per fare ciò, è necessario mettere da parte i sussidi a pioggia che hanno caratterizzato negativamente la precedente pianificazione e che rischiano di compromettere il futuro dell’intero settore.
Il Governo italiano deve essere pioniere e protagonista di questo processo, favorendo la riduzione della dipendenza dalla chimica e dalla plastica, un utilizzo più razionale della risorsa idrica, la promozione delle rinnovabili per decarbonizzare tutto il settore e la conservazione della fertilità del suolo e degli ecosistemi.
Serve scommettere su un sistema che aiuti gli agricoltori nella transizione verso un modello sostenibile a lungo termine e persegua quanto stabilito nelle strategie dell’Unione europea Farm to fork e Biodiversità che Legambiente chiede siano incorporate nella PAC in maniera vincolante e che prevedono entro il 2030 una riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci e del 20% dei fertilizzanti, oltre ad un taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti, il 40% di superfici agricole convertite a biologico e la trasformazione del 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità ed habitat naturali.
Bellanova si faccia carico di questa transizione necessaria, sostenendo altresì un budget minimo obbligatorio dedicato agli eco-schemi pari almeno al 40% del primo pilastro della PAC. L’agricoltura – conclude Ciafani – deve essere non solo asse portante dell’economia made in Italy, ma anche settore strategico dal punto di vista ambientale
“Ad oggi – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – occorre dare seguito ad un Piano Strategico Nazionale che accompagnerà la PAC e che stabilirà obiettivi chiari finalizzati alla mitigazione delle conseguenze della crisi climatica, alla prevenzione dell’inquinamento chimico, idrico e atmosferico e alla riduzione degli impatti del comparto zootecnico, responsabile di gran parte dei carichi emissivi ed inquinanti dell’intero settore. Serve poi garantire un importante sostegno all’agricoltura biologica come apripista dell’intero settore, favorendo l’innalzamento dell’asticella dell’integrato e incentivando lo sviluppo agricolo delle aree interne, montane e collinari che nella nostra Penisola rappresentano un presidio di eccellenza per i territori e alleati del contrasto al dissesto idrogeologico.
La prossima PAC si aggirerà intorno a 400 miliardi di euro a cui si uniranno i fondi del Recovery Fund che dovranno essere destinati ad un reale cambio di passo in chiave ambientale, evitando progetti faraonici senza ricadute sui territori e privilegiando un rapporto forte con le comunità agricole locali.
Il voto in plenaria del Parlamento europeo e il consiglio Europeo dei Ministri dell’agricoltura, previsti entrambi per la prossima settimana, saranno decisivi e condizioneranno l’esito finale del negoziato rispetto ai futuri regolamenti PAC. In questi ambiti, si deciderà se l’Unione europea sarà effettivamente in grado di raggiungere gli obiettivi del Green Deal nel settore primario dell’economia europea.
L’Italia – ha concluso Gentili – vede nell’agricoltura e nel made in Italy agroalimentare parte della sua forza e del suo prestigio internazionali. Faccia dunque da guida in questa battaglia epocale, prendendo posizioni lungimiranti mettendo l’agroecologia al centro del dibattito.”
Di questi temi Legambiente tornerà a parlarne in occasione del forum “Agroecologia circolare dal campo alla tavola: coltivare biodiversità e innovazione per far crescere il new Deal europeo” che si terrà a Roma il prossimo 12 novembre e che vedrà protagonisti istituzioni, scienziati, tecnici e alcune tra le realtà più innovative del mondo agricolo.