Obiettivo del Task 1, affidato al centro di Politiche e Bioeconomia, è di fornire una fotografia della realtà delle OP olivicole in Italia: dalle dimensioni fisiche ed economiche alla diffusione sul territorio fino alle caratteristiche dei soci. Tale quadro conoscitivo è funzionale nella pianificazione politica degli interventi, anche alla luce della prossima riforma della PAC, che affida alle OP un ruolo centrale nel rafforzare il potere contrattuale degli olivicoltori nei confronti degli attori a valle della filiera.
Nello specifico, si tratta di due lavori originali, targati CREA, basati sull’integrazione tra banche dati aggiornabili che forniscono, l’uno, un focus sulle aziende socie delle OP (caratteristiche strutturali e socio-economiche analizzate attraverso i dati ISTAT e RICA) e, l’altro, un quadro sulle performance finanziarie delle OP attraverso i più comuni indici di bilancio.
Dal punto di vista strutturale sono state estratte dagli archivi ISTAT, grazie all’incrocio con le informazioni di AGEA, poco più di 300.000 aziende socie di 134 OP olivicole. Dall’analisi dei dati ISTAT emerge che 1/3 delle aziende olivicole italiane aderisce a OP e che nelle OP ricade il 40% della superficie olivetata nazionale.
Le aziende (aderenti e non aderenti a OP), sono soprattutto di piccola e piccolissima dimensione, ma diversa è la propensione verso le produzioni di qualità e l’irrigazione, con forti differenze regionali. L’analisi socio-economica si basa, invece, sull’estrazione dalla RICA (la Rete di Informazione Contabile Agricola gestita dal CREA Politiche e Bioeconomia), di un campione di aziende aderenti a OP, sulle quali sono stati calcolati indicatori di performance e redditività della coltura olivo.
Per quanto riguarda l’analisi finanziaria sono stati presi in considerazione i bilanci delle OP (relativi agli anni 2016 e 2017), stratificati per classe di ricavo e per Regione/Circoscrizione, in modo da rendere confrontabili gli indici all’interno della stessa classe di fatturato e della stessa area territoriale tra classi.
Ne è emersa un’elevata variabilità dei ricavi tra i due anni, soprattutto nelle OP del Sud, e una differente distribuzione delle OP nelle classi di ricavo tra le diverse Circoscrizioni territoriali.