Analizzando le interrogazioni presenti sul Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, nel mese di febbraio emergono andamenti divergenti per le richieste di credito da parte delle famiglie italiane.
Spicca però la flessione del -1,4% fatta segnare dai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica, elettrodomestici, articoli di arredamento, ecc.
Nello specifico, le famiglie potrebbero essere state indotte a posticipare la pianificazione degli acquisti economicamente più impegnativi anche dall’emergenza coronavirus che ha caratterizzato le ultime settimane.
Nel complesso, la performance complessiva dell’intero comparto appare fortemente condizionata dall’andamento delle richieste nelle tre regioni che per prime sono state colpite dall’emergenza sanitaria, ovvero la Lombardia (-8,6% rispetto al corrispondente mese del 2019), il Veneto (-5,2%) e l’Emilia Romagna (-5,9%).
Di seguito sono riportate, in forma grafica, le variazioni percentuali mensili in valori ponderati – ovvero al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi – sul SIC EURISC.
Nel mese di febbraio è diminuito anche l’importo medio dei prestiti finalizzati richiesti, che si è attestato ai 7.184 Euro (-3,7%).
Per quanto riguarda le altre forme di finanziamenti alle famiglie, invece, almeno per ora la dinamica in atto non sembra aver subito ripercussioni significative, con il comparto dei prestiti personali fa segnare un +4,3% (12.902 Euro l’importo medio richiesto, in diminuzione del -3,2%) mentre le richieste di nuovi mutui e surroghe risultano in crescita del +32,6% (con il valore medio che si è attestato a 133.379 Euro, in crescita del +2,8%) sulla scia delle precedenti rilevazioni.
Per quanto riguarda i prestiti personali, la variazione in Lombardia è stata pari a +11,3%, in Veneto del +9,6% e in Emilia Romagna del +11,1%.
Relativamente ai mutui e surroghe, invece, per quanto riguarda la Lombardia l’incremento è stato del +29,5%, in Veneto del +31,5% e in Emilia Romagna del +40,3%.
“Lo scenario che emerge dall’analisi dei dati di febbraio mostra una frenata del numero di richieste di prestiti finalizzati presentati dalle famiglie agli istituti di credito. Considerando l’accentuazione della dinamica negativa nelle tre regioni che per prime e in maniera più rilevante hanno subito l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, questo andamento è comprensibile – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. A questo punto dovremo necessariamente aspettare le rilevazioni relative al mese di marzo per poter valutare meglio i riflessi sull’intero comparto del credito e se la cautela che ha condizionato la propensione delle famiglie a richiedere prestiti finalizzati avrà contagiato anche quelli personali e i mutui”.