Il dato di settembre è peggiore delle attese (-0,6% congiunturale contro una stima di -0,2%) e l’errore è quasi interamente dovuto alle diminuzioni dei prezzi osservate negli ambiti della ricettività e della ristorazione che di solito in settembre mostrano leggeri incrementi.
Questo è un pessimo segnale che conferma la perdurante fragilità della domanda nella filiera del turismo. E’ il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati sull’inflazione a settembre diffusi oggi dall’Istat.
La pressione ribassista della deflazione – continua la nota – comincia a leggersi anche nell’andamento della componente di fondo che si avvicina pericolosamente allo zero. Il ritorno a quotazioni delle materie prime energetiche meno depresse, all’origine dei sensibili aumenti decisi per il prezzo dell’energia e del gas da ottobre, potrebbe contenere la tendenza deflazionistica. Nel confronto annuo la variazione dei prezzi di gas ed elettricità resterebbe comunque negativa.