Dopo quelle riguardanti la dinamica dell’economia, ulteriori buone notizie giungono dal versante dell’inflazione. L’anno si apre con una crescita dei prezzi inferiore alle attese (0,2% contro la nostra stima di +0,6%), grazie a una forte riduzione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, e con un tendenziale che risulta compresso a poco più del 10%. Nel confronto internazionale, l’indice armonizzato scende nell’euroarea di quattro decimi di punto, in Italia dell’1,3%, a conferma, se ce ne fosse bisogno, di un sistema produttivo-distributivo, ben funzionante: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio alle stime dell’inflazione a gennaio diffuse dall’Istat.
Non mancano, però, fattori che inducono a moderare gli entusiasmi – prosegue la nota – infatti, la core inflation è in crescita di mezzo punto percentuale e raggiunge il 6% su base annua. Ciò significa che gli impulsi di fondo continuano ad alimentare la dinamica inflazionistica, la trasmissione da monte a valle dello shock energetico non si è esaurita e la crescita dei prezzi del paniere acquistato in alta frequenza d’acquisto, che contribuisce a formare le aspettative d’inflazione delle famiglie, raggiunge il 9%, con accentuati potenziali effetti depressivi sulla propensione al consumo.
Che l’orizzonte si rassereni sul versante dei costi dell’energia – conclude Confcommercio – non significa che i problemi per la crescita economica dell’anno in corso siano automaticamente risolti.