Più di 818 mila imprese, oltre il 66% nel terziario, un Pil che sfiora i 400 miliardi di euro, in crescita del 3,9%: Carlo Sangalli, presidente di Camera di commercio e Confcommercio, intervenuto a “Lombardia 2030”, guarda agli importanti punti di forza della Lombardia, ma non nasconde la preoccupazione per la crisi energetica e la conseguente, pesantissima inflazione. “Parliamo, in Lombardia – ha affermato – di un costo di luce e gas cresciuto in un anno del 130% un costo della vita che si avvicina al 12%”. Bene sull’energia “sollecitare una risposta comune europea” e le soluzioni interne “come la rateizzazione delle bollette, i sostegni, i crediti d’imposta. Ma crediamo sia vitale affrontare in tempi stretti il tema dell’autosufficienza energetica” non esclusa la valutazione del nucleare di nuova generazione. “Non è possibile ed è inaccettabile – ha detto – rassegnarsi al fatto che nel nostro Paese l’energia elettrica costi più che in tutto il resto d’Europa. In media l’Italia paga il 34% in più”.
Una visione futura della Lombardia, ha rilevato Sangalli, “non può che essere strettamente raccordata allo sviluppo sostenibile non solo ambientale, ma anche economico e sociale. Allo sviluppo delle infrastrutture materiali e immateriali, all’evoluzione della banda larga, dei mezzi di trasporto e delle nuove tecnologie”. Nel percorso che porta al 2030, ha sottolineato Sangalli, sarà essenziale “confermare e consolidare quel confronto tra istituzioni e parti sociali” che “non è mai mancato in questi anni, soprattutto nei passaggi più difficili. In particolare, l’Accordo di programma per la Competitività si è dimostrato negli anni una buona prassi di governance”.
“Una buona prassi che ha contribuito a sostenere la crescita del nostro territorio ottimizzando le risorse disponibili”: come i bandi per l’accesso al credito, le misure sull’innovazione per le pmi e le risorse proprio per sostenere l’efficientamento energetico. “I prossimi anni – ha aggiunto Sangalli – saranno poi decisivi per affrontare anche il tema dell’autonomia differenziata e le prospettive future del regionalismo nel nostro Paese. Un obiettivo ambizioso che deve, necessariamente, integrarsi nel ‘nuovo patto fiscale’ preannunciato dal premier Meloni”.