L‘Italia che ha costruito il digitale, lo vive da protagonista nel presente e continua a guardare alle prospettive che esso rappresenta raccontata in oltre 150 eventi tra web conference, talk, webinar e podcast con circa 200 relatori, perlopiu’ manager, esperti e docenti.
Questo e’ stato il DIG.eat 2021 che ha chiuso venerdi’ scorso il suo programma di 4 settimane ma che “e’ tutt’altro che terminato”, assicurano gli organizzatori. L’intero palinsesto, trasmesso in streaming sulla piattaforma dedicata digeat.it, e’ infatti disponibile on demand per chi vorra’ iscriversi e sara’ arricchito con nuovi e inediti contenuti sul modello di Netflix e Prime Video. Un’operazione di “educazione civica digitale che serve al nostro Paese- la descrive il promotore del DIG.eat, Avvocato Andrea Lisi in un video messaggio- realizzata grazie a un team multidisciplinare e ai tanti partner e sponsor che hanno condiviso la nostra visione”.
La maratona per raccontare l’innovazione in tempo reale, dall’eHealth all’eGov passando per diritti digitali, privacy e cybersicurezza, insomma continua. Sempre ribaltando i paradigmi dell’evento analogico per coniare un modello digitale: “non si puo seguire un convegno digitale come se si fosse seduti in platea- spiega Lisi- perche’ l’ambiente digitale pretende tempi diversi e logiche diverse. Per questo noi abbiamo registrato tutto e lo rendiamo disponibile per sempre a chiunque vorra’ registrarsi sulla piattaforma e vedere i contenuti del palinsesto DIG.eat. E stiamo preparando- assicura- molte sorprese”.
Il team di ANORC e Digital & Law Department, organizzatori del DIG.eat, stanno lavorando a nuovi contenuti e a una nuova interfaccia per la piattaforma dedicata. Le novita’ coinvolgeranno sempre figure professionali e accademiche di rilievo, come le centinaia che hanno partecipato volontariamente al palinsesto che si e’ chiuso il 12 febbraio scorso.
“Quando abbiamo deciso di realizzare l’evento- spiega Lisi- la base di partenza e’ stata la consapevolezza che non si puo’ improvvisare col digitale. Per educare su diritti e liberta’ fondamentali che riguardano il vivere digitale, la cittadinanza digitale, o capire i meccanismi dell’innovazione attraverso strumenti digitali, l’interoperabilita’ dei dati, la sicurezza informatica, ci vogliono persone che a queste tematiche hanno dedicato tanti anni di studio. Il fraintendimento di fondo che c’e’ stato in questi anni e’ che per parlare di digitale ci vogliono “semplicemente” i giovani, che vadano in giro a educare gli “anziani”. Questo e’ sbagliato e spero che lo abbiamo fatto percepire”. Per accedere al contenuto integrale e’ necessario registrarsi sulla piattaforma creata ad hoc per ospitare il DIG.eat accessibile con una semplice iscrizione in due passaggi (e pochi dati richiesti). Si avra’ cosi’ accesso al palinsesto completo on demand.