Bilancio critico per le due Golette di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei laghi, che quest’estate hanno monitorato per più di un mese mesi lo stato di salute del mare e dei laghi italiani.
A parlar chiaro sono i dati raccolti dall’associazione ambientalista: 361 i punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani con 1 punto ogni 3 risultato oltre i limiti di legge lungo le coste e 1 su 4 nei laghi. La mala depurazione che resta il principale nemico del mare e delle acque interne.
Le criticità maggiori sono state prevalentemente riscontrate sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Con una situazione preoccupante confermata sia in diverse regioni del sud come la Campania, Calabria e Sicilia, dove persistono le criticità diffuse legate all’assenza di impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria, sia nel Centro Italia, in particolare nel Lazio.
La nota positiva la carica degli oltre 300 volontari e volontarie dei circoli territoriali di Legambiente che quest’estate hanno aiutato il team di tecnici dell’associazione ambientalista nelle attività di campionamento e monitoraggio nelle acque e nello scovare e denunciare le criticità che minacciano le acque interne e costiere.
Una grande azione di citizen science che quest’anno, più che mai, è stata il cuore delle due campagne che, per via del rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, non hanno potuto avvalersi del classico itinerario coast-to-coast a bordo dell’imbarcazione.
Il bilancio di Legambiente a tutela del mare e delle acque interne è stato presentato questa mattina a Roma da Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Serena Carpentieri, vicedirettrice e responsabile campagne di Legambiente, Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell’associazione.
Durante la presentazione, l’associazione ambientalista ha anche ribadito quelle che sono le tre azioni urgenti da mettere in campo – completare la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue, anticipare prima del luglio 2021 il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso, approvare la Legge Salvamare ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente al Senato – sottolineando che il Recovery plan italiano dovrà mettere al centro quelle opere che servono davvero al Paese, come ad esempio i depuratori che mancano, abbandonando la realizzazione di opere inutili, come ad esempio l’ennesima autostrada in pianura padana, quelle dannose come il CCS di Eni in alto Adriatico o quelle da fantascienza come il tunnel sotto allo stretto di Messina di cui ha parlato in questi giorni il Premier Conte.
Goletta Verde e Goletta dei laghi 2020 sono state realizzate anche grazie al sostegno dei partner principali: CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore di Goletta Verde è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio; Goletta Verde è realizzata con il contributo di Fastweb. Media partner di ambedue le campagne in questo lungo viaggio estivo lungo mari e laghi italiani è stata la Nuova Ecologia.
“Anche quest’anno il viaggio delle due Golette – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci conferma come in Italia la cattiva depurazione resti una delle principali opere incompiute del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma.
A pagarne lo scotto sono i cittadini e soprattutto la qualità delle acque del nostro mare e dei nostri laghi, minacciati anche da rifiuti e illegalità ambientali. Per questo oltre a più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori, è urgente che vengano adeguati gli impianti e completata la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue.
Al Governo chiediamo di destinare una parte dei fondi comunitari che arriveranno nell’ambito del Recovery Fund per completare il sistema impiantistico fognario, un’opera che l’Italia aspetta da troppo tempo, e per sostenere davvero l’efficienza energetica, la riconversione ecologica e le rinnovabili accelerando, così, la transizione verso un’Europa libera da fonti fossili e con zero emissioni nette entro il 2040.
Per far ciò – aggiunge Zampetti – bisogna avere anche il coraggio in primis di smantellare le piattaforme petrolifere non più attive, di abbandonare quei progetti, come la cattura e il sequestro del carbonio, che guardano al passato e rendono più acuta l’emergenza climatica, come quello di Eni per confinare la CO2 nei fondali marini davanti alla costa ravennate, di fermare anche l’estrazione di idrocarburi, come si sta discutendo in Parlamento, e di puntare con decisione sulla realizzazione di nuovi impianti eolici offshore che permetterebbero di riconvertire i posti di lavoro e le aree produttive oggi attive nell’estrazione degli idrocarburi dal mare, come a Ravenna o a Ragusa”.
Legambiente ricorda che il monitoraggio di Goletta Verde e Goletta dei Laghi non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari e laghi. Il monitoraggio in questione ha preso prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta (200 segnalazioni raccolte). I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” se almeno uno dei due parametri viene superato per più del doppio del valore normativo.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
Dei 259 campioni prelevati lungo le coste italiane dai volontari e dalle volontarie dei circoli territoriali di Legambiente, il 47% di questi (121 punti su 259) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Giudicati inquinati 26 punti e fortemente inquinati ben 63 punti dei 259 complessivi, ovvero il 34% del totale. 1 punto inquinato ogni 84 km di costa. Delle 121 foci campionate, il 54% (65 su 121) è risultato oltre i limiti di legge. A dimostrazione di come le foci dei corsi d’acqua siano i principali veicoli che portano inquinamento a mare dovuto alle note criticità depurative del nostro Paese. Problema che spesso arriva anche dall’entroterra ma danneggia soprattutto le località costiere.
Eppure sono molte le aree lungo la costa che non vengono controllate dalle autorità, abbandonando a loro stessi i tratti di costa antistanti le foci dove viene dato per scontato che l’inquinamento sia presente. Dei 259 campioni eseguiti da Goletta verde ben 121 hanno riguardato aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate dal Portale Acque del Ministero della Salute – e che nel 49% dei casi sono risultate oltre i limiti di legge. Non si tratta solo di foci di corsi d’acqua ma anche di spiagge a ridosso delle foci. Dei 121 punti non campionati dalle autorità preposte, ben13 dei 34 punti a mare analizzati da Goletta verde sono risultati oltre i limiti di legge. Un maggior controllo nelle aree più a rischio non è più rinviabile al fine di garantire la salute dei bagnanti.
Non migliora, inoltre, la situazione per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti sulle potenziali criticità presenti lungo la costa, altro adempimento legislativo che non viene rispettato nella stragrande maggioranza dei casi. Nei tratti di costa non controllati dalle autorità competenti (Comuni, Regioni, Arpa e Asl) e quindi non balneabili in cui i tecnici di Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 70% dei casi era assente il divieto di balneazione. Scarsa attenzione da parte delle amministrazioni comunali anche sul posizionamento della cartellonistica informativa sulla qualità delle acque, un obbligo di legge ormai da diversi anni. Nei tratti di costa definiti balneabili dalle autorità e in cui sono stati eseguiti dei prelievi da parte dei tecnici di Goletta verde, nell’80% dei casi il cartello era assente.
Il dettaglio delle analisi di Goletta dei Laghi
Quest’anno sono 28 i bacini lacustri monitorati da Goletta dei Laghi in 11 regioni italiane, superando i così 19 specchi lacustri dello scorso anno. I laghi al centro dell’edizione 2020 sono stati: in Piemonte i laghi d’Orta, Viverone, Avigliana e Maggiore, nella sua sponda piemontese; in Lombardia la sponda corrispondente del Maggiore, il Ceresio, il lago di Como, d’Iseo e la sponda occidentale del Garda; in Veneto, l’altra metà del Garda (la cui parte più settentrionale ricade nella PA di Trento) e il lago Santa Croce. Nel centro Italia in Umbria sono stati campionati Trasimeno e Piediluco, nel Lazio i laghi di Bolsena, Bracciano, Vico, Canterno, Albano, Fondi, Sabaudia e Fogliano. In Campania i laghi Patria e Matese, in Molise il lago di Occhito, in Puglia il lago di Varano, in Calabria i laghi Arvo e Cecita e in Sicilia i laghi Soprano, Pergusa e Prizzi.
Su 102 prelievi per le analisi microbiologiche sono stati giudicati oltre i limiti di legge il 28% dei prelievi (8 inquinati e 20 fortemente inquinati). In totale sono 53 i campioni prelevati in foce, 49 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, l’82% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. Dei 102 punti oggetto di analisi, 37 corrispondono a porzioni di laghi definiti balneabili dalle autorità competenti; 8 di questi sono risultati con cariche batteriche oltre i limiti di legge (di questi 3 giudicati Inquinati e 5 sono fortemente Inquinati).
La lotta al marine litter e i dati sui rifiuti galleggianti
Negli ultimi 3 anni di ricerche in mare (dal 2017 al 2019) su 1756 km monitorati, Goletta Verde ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno 1 rifiuto su 3 è usa e getta di plastica, per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie. La situazione non migliora sulle spiagge: durante le tappe di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, i volontari di Legambiente quest’estate hanno organizzato iniziative di pulizia dopo mesi di stop delle attività, continuando anche il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge. A destare più preoccupazione è la plastica che costituisce l’83% di rifiuti trovati e, in particolare, l’usa e getta: sulle spiagge italiane almeno il 42% dei rifiuti trovati è plastica monouso, se ne trovano 3 per ogni metro di sabbia.
“Il Covid-19 – dichiara Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente – rischia di rendere meno efficaci i passi avanti fatti proprio per ridurre la plastica usa e getta. Per arginare uno dei più gravi problemi ambientali del Pianeta, il marine litter, e per evitare che ci sia un nuovo boom dei prodotti usa e getta, è fondamentale che il nostro Paese non vanifichi gli sforzi fatti sino ad oggi. Per questo auspichiamo che l’Italia anticipi, prima del luglio 2021, il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso e che approvi al più presto la legge Salvamare, da mesi ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente in Senato, che permetterebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti accidentalmente pescati nelle reti. Ad oggi, come dimostrano i nostri monitoraggi, la plastica continua ad essere il materiale più trovato lungo le coste, senza contare le migliaia di particelle di microparticelle disperse nelle acque del mare, laghi e fiumi. Alla luce dei monitoraggi di Goletta dei Laghi sulla presenza delle microplastiche trovate in tutti i 13 laghi campionati, riteniamo importante che questo inquinante “emergente” e ubiquitario venga riconosciuto come indicatore della qualità delle acque interne (nell’ambito dei monitoraggi effettuati per la direttiva Quadro sulle Acque, 2000/60), così come già avviene per i mari. Una lacuna che deve essere necessariamente colmata, visto il crescente inquinamento da plastica e la contaminazione di tutti gli ecosistemi acquatici”.
Microplastiche nei laghi
Resi pubblici anche i dati sulla presenza delle microplastiche in 13 laghi italiani, a seguito dei monitoraggi di Goletta dei laghi realizzati nell’estate del 2019 in collaborazione con ENEA.
Dati rilevanti vanno dal minimo rappresentato dal lago di Scandarello (nel Lazio) con una media di oltre 7500 particelle per chilometro quadrato di superficie lacustre, fino al massimo del lago d’Orta (in Piemonte) in cui è stata rilevata una media pari a oltre 838000 particelle per chilometro quadrato di superficie. Nel 2019 è stato introdotto, laddove possibile, anche il campionamento in colonna d’acqua, per stimare la presenza di microplastiche fino a 50 m di profondità.
In particolare tali particelle sono state rilevate fino a 50 metri di profondità nei laghi Orta, Maggiore, Como, Iseo, Garda e Bracciano, con il dato minore rilevato nel lago d’Orta (0,32 particelle per metro cubo di acqua filtrata dalla rete) e il maggiore rilevato nel lago d’Iseo (2,52 particelle per metro cubo di acqua filtrata). Legambiente ricorda che il monitoraggio delle microplastiche è un lavoro inedito per moltissimi dei laghi monitorati dall’associazione ambientalista e che proseguirà nei prossimi 4 anni grazie al progetto europeo LIFE Blue Lakes.