La crisi politica, che si è aperta stamane con le attese e ormai inevitabili dimissioni del secondo governo Conte, non si potrà risolvere con un semplice “giro di valzer” di un reincarico al presidente uscente, con un’ennesima maggioranza posticcia, simile alla precedente, magari ritoccata, e con una riconferma dei titolari dei dicasteri, che hanno dimostrato improvvisazione, incompetenza, superficialità e irresponsabilità nella gestione della cosa pubblica, a partire dal ministro dell’Economia e delle Finanze.

Un “governo dei peggiori”, altro che il falsamente celebrato “miglior governo  del mondo”. Un governo degli slogan mediatici e delle promesse non mantenute, che ha collezionato soltanto un’interminabile serie di fallimenti: dal contenimento fin dagli inizi della pandemia alla mancata ripresa economica, dai bonus ai ristori, dalle mascherine ai vaccini, dalle riforme strutturali ad una carenza di verità verso il paese, dovuta ad un totale scollamento dalla drammatica realtà, in cui il paese è stato gettato, dal mondo del lavoro a quello  delle imprese».

È quanto dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, secondo il quale «si impone, quindi, a metà strada di questa disgraziata legislatura, un bilancio, trasparente e spietato, da parte di una classe politica in stato confusionale, segnatamente dai partiti di due pseudo-maggioranze, che si sono succedute,  entrambe contraddittorie e irrisolte.

Chiedessero al presidente della Repubblica di incaricare un’alta personalità istituzionale, dalla storia affidabile e credibile anche a livello internazionale, per gli incarichi ricoperti, in grado di formare un governo di capaci, anche tecnici di area politica, e di coagulare una larghissima maggioranza parlamentare di unità nazionale, per affrontare le sfide che abbiamo davanti, a partire da un Recovery Fund, concreto e realizzabile nei tempi programmati.

Con  la sola alternativa, in caso di una mancata assunzione di responsabilità in parlamento delle forze politiche: lo scioglimento anticipato  delle camere ed elezioni anticipate. Paventare strumentalmente il ritorno alle urne per partorire un terzo governo Conte, peggiore dei precedenti, ancorché  mascherato da improbabili e risibili patti di legislatura, sarebbe una nuova iattura per il futuro del nostro paese e l’agonia definitiva della democrazia repubblicana. Un esito letale che solo il libero voto degli italiani potrebbe, alla fine, impedire».