Forte calo delle esportazioni agroalimentari dell’Unione europea a causa della pandemia Covid-19. Ad aprile, rende noto la Confagricoltura, si è registrata una contrazione del 9% in valore rispetto allo stesso mese del 2019.
“E un dato preoccupante – dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – destinato con tutta probabilità a peggiorare nelle prossime rilevazioni della Commissione europea. Potrebbe, perciò, risultare indispensabile il varo di ulteriori interventi a sostegno dei settori più colpiti dalla caduta delle esportazioni”.
“I contraccolpi economici della pandemia saranno prolungati nel tempo”, sottolinea Giansanti.
Nell’ambito dei dati della Commissione UE spicca, tra l’altro, la diminuzione delle esportazioni europee sul mercato del Regno Unito. Nei primi quattro mesi di quest’anno si è registrata una contrazione di circa sei punti percentuali (880 milioni di euro in valore assoluto).
“E’ una diminuzione che suona come un campanello d’allarme – evidenzia il presidente di Confagricoltura – considerando che fino al prossimo 31 dicembre l’interscambio commerciale è regolato secondo la normativa della UE. Nell’incertezza delle future relazioni commerciali con l’Unione, gli operatori britannici stanno forse già orientandosi verso fornitori alternativi a quelli degli Stati membri”.
“Per due produzioni di particolare interesse per l’Italia – vini e prodotti ortofrutticoli – la diminuzione delle esportazioni sul mercato del Regno Unito è risultata superiore alla media europea. Per i vini ha sfiorato il 20 per cento, mentre per l’ortofrutta la riduzione è stata di dieci punti percentuali”.
“Queste cifre dimostrano, una volta di più, l’importanza di giungere ad un accordo di libero scambio con il Regno Unito per evitare il ritorno dei dazi doganali e dei controlli alle frontiere – rileva il presidente di Confagricoltura – che penalizzerebbero i consolidati flussi commerciali”.
Si registra, inoltre, che soprattutto a causa dei dazi imposti dagli Stati Uniti, le esportazioni di vini della UE sul mercato statunitense sono diminuite di circa 490 milioni (meno 10 per cento) nel primo quadrimestre di quest’anno sullo stesso periodo del 2019.
“Le conseguenze a medio e lungo termine della pandemia, le incognite legate alle future relazioni commerciali con il Regno Unito, il contenzioso con gli Stati Uniti – sottolinea Giansanti – determinano un contesto di grande incertezza sulle prospettive delle esportazioni agroalimentari italiane ed europee. Occorre tenerne conto nelle discussioni in corso sulla riforma della politica agricola comune (PAC), che dovrà salvaguardare il potenziale produttivo del settore”.