Se aumentare la produzione nazionale per raggiungere l’autosufficienza alimentare è la prossima sfida del nostro Paese, come ha ampiamente dimostrato la pandemia provocata dal Covid 19, i consorzi di tutela dovranno avere un ruolo sempre più strategico”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo alla tavola rotonda “Il ruolo delle DOP IGP per il rilancio del settore agroalimentare”, organizzata da Origin Italia per coinvolgere tutti gli stakeholder del settore, nell’ambito della propria assemblea.
Giansanti ha ricordato che il patrimonio DOP e IGP italiano ha superato nel 2019 i 16 miliardi di euro, in crescita del 6%. Nel 2019 in Italia erano presenti 824 prodotti DOP, IGP, STG, ovvero più di un quarto di tutti quelli registrati nel mondo. E il comparto è particolarmente importante anche per l’export, che nel 2019 per la prima volta ha superato il valore di 9 miliardi di euro, mantenendo stabile la quota del 21% di tutto l’agroalimentare italiano.
Per quanto riguarda l’impatto territoriale, tutte le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere IG agroalimentari e vitivinicole, sebbene le prime quattro regioni per impatto economico si trovino nel Nord Italia.
“Se questi sono i numeri – ha detto Giansanti – è chiaro che aumentare la produzione agricola nazionale significhi puntare proprio sulle indicazioni geografiche, per crescere sul mercato interno e occupare nuovi spazi a livello internazionale. Quegli spazi occupati, ad esempio, dall’italian sounding, che da solo vale 100 miliardi di euro.”
Per il presidente di Confagricoltura è necessario dunque rafforzare il ruolo di promozione, tutela e informazione dei consorzi, che dovranno essere sempre più ancorati al territorio e alla produzione agricola, in primo luogo per contrastare le grandi lobby che in Europa si stanno muovendo a favore del cosiddetto cibo sintetico.
Da qui l’invito di Giansanti a fare squadra per difendere e rafforzare l’agricoltura italiana, la sua qualità, la sua salubrità e la sua varietà. Senza dimenticare il ruolo che essa svolge per l’ambiente, il territorio e la collettività. Per il futuro dell’agroalimentare e di tutto il Paese.