Oltre un milione e duecentomila soggetti tra famiglie e imprese hanno debiti ormai deteriorati, e sono tartassati da chi intende riscuoterli, torna a salire il numero dei tentati suicidi.

Fedecontribuenti: ”Il sistema sociale e produttivo italiano è ancora gravato da una pesante zavorra finanziaria e bancaria da cui non riesce a liberarsi, che ne compromette le possibilità di ripresa.

Di contro vi sono soggetti finanziari, spesso stranieri, che ne hanno approfittato, con margini di profitto che potremmo definire da usura, di gran lunga superiori a quelli che si possono realizzare in altri mercati europei”. Un restante 22% dei consumatori slitta la rata di 30 giorni. 

Attualmente il 38% delle famiglie italiane ha serie difficoltà nel riuscire a pagare la rata mensile del mutuo: tra questi il 52% sono autonomi e il 64% commercianti e ristoratori soprattutto. Solo il 42% delle famiglie ha dichiarato di aver accumulato risparmi sufficienti solamente per i prossimi tre mesi per far fronte ai consumi essenziali e le bollette. T

ra mille intervistati il 38% dichiara di non avere sufficienti fondi per pagare le prossime rate del prestito.

Le banche e le società finanziatrice rifiutano piani di rientro più comodi alle esigenze dei propri clienti e preferiscono vendere i crediti deteriorati a prezzi estremamente bassi  – pochi ma subito –  e senza zavorre in bilancio, pur di rientrare nei limiti determinati dalla Banca centrale europea; i soggetti debitori sono così costretti a cedere o cessare la propria attività gravata da debiti non risarcibili, quando con un buon piano di rilancio potrebbero essere salvati e riportati in attivo; i soggetti finanziari che lucrano su questa debolezza e lacuna legislativa hanno margini di guadagni inaccettabili.

Tutto un sistema produttivo e sociale che non riesce a liberarsi di un biennio maledetto che ha fermato la produzione e stracciato i redditi con gli aumenti spalmati in ogni settore, che deve riprendere a produrre e a sperare.

”E’ dovere di tutti i governi occuparsi dei più fragili e con urgenza visto che la platea dei debitori aumenta di giorno in giorno. Parliamo di oltre un milione tra famiglie e imprese: una parte significativa della realtà nazionale. Non possiamo –  di nuovo  – accettare che queste famiglie vengano lasciate cadere nelle fauci di società cui il solo scopo è fare cassa”!

Dai dati recenti si evince che i debitori in sofferenza sono per la maggior parte famiglie e piccoli imprenditori, quindi le misure previste dalla nostra proposta si rivolgono ad una platea di circa un milione di destinatari, cui si offre l’opportunità di tornare in bonis con ciò contribuendo al rilancio dei consumi e degli investimenti con le conseguenti ricadute sul sistema economico-produttivo nazionale riaprendo al contempo il loro accesso al credito. ”Se una società terza può acquistare il debito di un povero cristo a metà costo la stessa possibilità va data prima al debitore stesso!”

Ciò consentirebbe di liberare dalla schiavitù del debito oltre un milione di soggetti con evidenti conseguenze positive sul tessuto sociale e produttivo del Paese, su famiglie e imprese, chiudendo una triste pagina della crisi finanziaria e bancaria che ha colpito i più deboli in questo biennio. ”Se prima un consumatore aveva a disposizione 300 euro al mese per pagarsi le varie rate ora queste 300 euro sono state assorbite dagli aumenti e dall’inflazione, per questo è un dovere politico intervenire subito!”.