Tiene l’alimentare con un fatturato che rimane praticamente stabile (-0,4%) rispetto allo scorso anno grazie all’impegno di 730mila aziende agricole e 70 mila industrie alimentari che non hanno mai smesso di lavorare per garantire le forniture di cibo e bevande agli italiani.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’andamento del fatturato industriale a settembre, che evidenzia un calo del 4,6% rispetto allo scorso anno.
Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre anche per assicurare le tavole imbandite degli italiani per Natale. Un appuntamento che tra pranzi e cenoni – stima la Coldiretti – vale 5 miliardi, con il consumo di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 20mila tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente tra Vigilia e Capodanno.
A preoccupare è il rischio che un Natale sobrio, senza le tradizionali maxitavolate delle feste di fine anno composte in media da 9 persone nel 2019, si traduca anche – continua la Coldiretti – in meno brindisi ed un netto taglio delle portate.
Con la pandemia – conclude la Coldiretti – la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dai campi agli scaffali che garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil.