In relazione alle notizie di stampa su presunti ritardi nell’erogazione dei trattamenti di integrazione salariale, il Ministero dell’Economia e delle Finanze chiarisce che la Ragioneria Generale dello Stato non ha bloccato né ritardato in alcun modo il trasferimento delle somme da destinare alla quota di integrazioni salariali finanziata dallo Stato per il 2021. Tali somme, determinate sulla base delle relazioni tecniche redatte da Inps e Ministero del Lavoro, sono parametrate alla previsione degli effettivi utilizzi.

Le risorse finanziarie previste a legislazione vigente per l’attività di riconoscimento dei trattamenti da parte dell’Inps sono state rese disponibili integralmente e immediatamente, non essendo prevista alcuna modalità di erogazione “a tranche” da parte della Ragioneria Generale.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Ragioneria Generale dello Stato hanno fornito tutto il necessario e tempestivo supporto, anche attraverso il dialogo costante con le strutture INPS, per il superamento dei blocchi autorizzatori determinati dalle modalità di imputazione adottate dell’Istituto di previdenza, anche suggerendo una diversa e più flessibile allocazione delle risorse previste tra i diversi istituti di integrazione salariale e in relazione agli specifici stanziamenti di bilancio previsti, al fine di agevolare l’attività amministrativa e di riconoscimento dei trattamenti di integrazione salariale.

Nel corso del 2021, per facilitare l’attività dell’Istituto, MEF e RGS si sono fatti promotori di interventi legislativi, tra i quali il DL 41/2021 e il DL 73/2021, volti a potenziare gli strumenti di flessibilità a disposizione dell’Inps per consentire un più efficiente utilizzo e una migliore allocazione delle risorse.