Dobbiamo contrastare con forza la disinformazione legata alla presunta insalubrità dell’agroalimentare nazionale, che rischia seriamente di aggravare il già salato conto dei danni che stanno pagando i produttori agricoli di tutto il Paese per la situazione venutasi a creare in seguito all’allarme causato dal Coronavirus e al conseguente diffondersi di paure e diffidenze, che hanno sensibilmente rallentato gli scambi commerciali, minando gravemente la fiducia dei mercati globali nei nostri confronti e nelle nostre produzioni agroalimentari.

È importante ricordare che l’agroalimentare italiano è tra i più controllati al mondo e vanta un primato invidiabile in termini di indicazioni d’origine e di salubrità; per questo diciamo no a qualunque tipo di allarmismo sul Made in Italy”.

Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione del vertice con le parti sociali convocato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per fare il punto sull’emergenza sanitaria COVID-19.

 

“Il rischio concreto, infatti, è quello di perdere importanti spazi e quote di mercato che, come già accaduto nel caso dell’embargo russo, saranno poi occupati da altri Paesi e sarà molto difficile andare a recuperare nel breve periodo”, aggiunge il presidente.

 

“Esprimiamo pertanto soddisfazione per le recenti disposizioni normative con le quali vengono previste sanzioni fino a 60mila euro per gli acquirenti di prodotti agroalimentari che richiedono una fantomatica certificazione ‘Coronavirus-free’, chiarendo inoltre che tale pretesa rappresenta a tutti gli effetti una pratica commerciale sleale, e in quanto tale espressamente vietata dalla recente direttiva comunitaria in materia”, prosegue Verrascina.

 

“Appare poi positiva la concessione di mutui a tasso zero per le imprese agricole che operano nella cosiddetta ‘zona rossa’, che hanno subito danni diretti e indiretti derivanti dall’epidemia; a tal riguardo, invitiamo a valutare la possibilità di estendere tale disposizione anche alle imprese agricole situate nella cosiddetta ‘zona gialla’, che stanno anch’esse pagando lo scotto delle innegabili ricadute economiche dell’emergenza. La drammatica carenza di liquidità a disposizione delle aziende impone, poi, che nei prossimi provvedimenti venga prevista la sospensione totale degli adempimenti di natura fiscale e contributiva”, continua Verrascina.