Il giugno più caldo di sempre sul pianeta ha contribuito ad aggravare la siccità al Sud Italia, dove si fa sempre più drammatica la strage di raccolti con le produzioni che in molte aree sono state addirittura azzerate, mentre nelle stalle è lotta contro il tempo per reperire il foraggio e l’acqua necessari a salvare gli animali. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in merito ai nuovi dati dell’Osservatorio europeo Copernicus, secondo i quali il giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo a stabilire un record con una temperatura media più alta.
Emergenza stalle in Sicilia. L’emergenza resta grave in Sicilia, con gli animali rimasti senza cibo e acqua e i campi arsi dalla mancanza di pioggia. Molte aziende hanno addirittura rinunciato a raccogliere il grano – sottolinea Coldiretti -, mentre in alcune zone la produzione è stata letteralmente azzerata, con un crollo medio comunque superiore al 50% del raccolto. Ma l’assenza di pioggia sta colpendo anche gli alberi da frutto e minaccia vigne e uliveti. Ad aggravare gli effetti della siccità anche l’incapacità ad investire su un sistema infrastrutturale capace di non far disperdere l’acqua e in grado di garantire alle aziende la sopravvivenza. Su richiesta di Coldiretti la Regione ha emesso dei voucher per consentire agli allevatori di acquistare il foraggio necessario all’alimentazione degli animali, ma l’acqua resta un’emergenza, con bollette a cifre astronomiche mentre le greggi sono costrette a bere nel fango dei pochi invasi che non sono stati completamente prosciugati dalla siccità. Nel Dl Agricoltura approvato dal Senato sono stati inseriti 15 milioni di euro per consentire alle imprese agricole che in Sicilia hanno subito danni alle produzioni a causa di fenomeni siccitosi e che non hanno beneficiato di risarcimenti derivanti da polizze assicurative o da fondi mutualistici, di accedere agli interventi del Fondo di solidarietà nazionale previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva.
Allarme in Puglia anche per le olive. In Puglia si registrano raccolti dimezzati che rischiano di svuotare gli scaffali, dalle ciliegie al grano, dal miele fino alle olive. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità. Ma a preoccupare sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 50% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.
In Basilicata è sos nella pianura metapontina. In Basilicata, nella provincia di Potenza, i danni alle coltivazioni di cereali, a partire dal grano, arrivano fino al 90%, così come per le foraggere e le leguminose, secondo l’analisi della Coldiretti. Molti coltivatori hanno preso la sofferta decisione di non trebbiare perché si sarebbero generati solo costi aggiuntivi. In sofferenza anche gli allevamenti. E’ allarme soprattutto nella pianura metapontina dove si concentrano i tre quarti della produzione ortofrutticola regionale, grazie al lavoro di oltre 5 mila imprese. Gli invasi presenti potrebbero accumulare tanta risorsa idrica se solo fossero completati i lavori di ristrutturazione degli stessi programmati e finanziati da qualche tempo sia dal Governo nazionale che dalla Regione.
Acqua razionata in Sardegna. In Sardegna l’acqua nelle campagne è razionata e per abbeverare gli animali nelle stalle sono costrette a intervenire le autobotti, mentre i costi dei foraggi sono andati alle stelle considerata l’ormai scarsissima disponibilità. I problemi maggiori si registrano sugli ortaggi e sugli alberi da frutto mentre è scattata l’allerta anche nelle vigne soprattutto nelle zone non servite da impianti di irrigazione.
Piano invasi contro la siccità. Una situazione drammatica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio sul quale sono arrivate le prime risposte nell’ultimo Dl Agricoltura. Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in tale ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione.