Ad aprile l’indice di disagio sociale sale a 41,9 (+22 punti su marzo)
La disoccupazione estesa si attesta al 32,7% (+17,3 sul mese precedente)
I prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto aumentano dello 0,8%
L’esplosione registrata dall’indice di disagio sociale, più che raddoppiato in un mese, è da ricondursi al repentino deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro
Il MIC di aprile 2020 si è attestato su un valore stimato di 41,9 in aumento di 22 punti rispetto a marzo, toccando un livello mai raggiunto prima (l’indice è calcolato dal 2007) a seguito del peggioramento del mercato del lavoro.
Come nel precedente numero anche questo mese sono state necessarie alcune imputazioni per limitare la sottostima della disoccupazione. In particolare, la decisa riduzione delle forze di lavoro – -758mila unità, somma dei cali degli occupati (-274mila) e dei disoccupati (-484mila) – ed il contemporaneo aumento degli inattivi (+746mila) ampliano l’area degli scoraggiati. Allo stesso tempo ad aprile, considerato che la quasi totalità delle ore di CIG autorizzate era con causale Covid-19, si è scelto di utilizzare come tiraggio – la quota delle ore autorizzate effettivamente utilizzate – una percentuale del 95%.
Ad aprile il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 6,3%, in diminuzione di 1,7 punti rispetto a marzo e di 3,9 punti sull’anno, collocandosi al livello più basso da novembre 2007. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, la situazione si conferma già meno favorevole. Il blocco delle attività ha determinato un aumento di persone che vivono una situazione di forzata riduzione dell’orario di lavoro, portando il tasso di disoccupazione corretto al 10,1%, in diminuzione anch’esso su marzo.
La riduzione del tasso di disoccupazione è il riflesso delle difficoltà di effettuare, in questo momento, una ricerca di lavoro, determinando il trasferimento di parte della forza lavoro verso l’inattività. Si amplia sensibilmente, di conseguenza, il numero di scoraggiati.
Ad aprile 2020 le ore autorizzate di CIG si sono attestate su di un valore di oltre 772 milioni, delle quali il 98% con causale Covid-19, a cui si associano oltre 85 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Queste cifre registrate in un solo mese sono assimilabili a quanto avvenuto nell’intero 2009, fenomeno che rende fuorviante il calcolo di qualsiasi tasso di variazione rispetto ad altri periodi temporali.
In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a oltre 4,4 milioni di unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso al 32,7% valore più che doppio rispetto al valore di marzo di quest’anno e di aprile 2019.
Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dello 0,8% su base annua, in aumento rispetto allo 0,6% di marzo.
La figura 1 mostra le due componenti del MIC (in rosso l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto ed in blu la disoccupazione estesa), mentre l’ingrandimento riporta l’andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi dieci mesi.