La Commissione europea propone un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo che contempla tutti i diversi elementi necessari per un approccio europeo globale alla migrazione
Oggi la Commissione europea propone un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo che contempla tutti i diversi elementi necessari per un approccio europeo globale alla migrazione. Stabilisce procedure migliori e più rapide durante tutto il sistema di asilo e migrazione, e garantisce un equilibrio tra i principi di equa ripartizione della responsabilità e solidarietà. Ciò è fondamentale per ripristinare la fiducia tra gli Stati membri e la fiducia nella capacità dell’Unione europea di gestire la migrazione.
La migrazione è una questione complessa, con molte sfaccettature che devono essere soppesate insieme: la sicurezza delle persone che cercano protezione internazionale o una vita migliore, le preoccupazioni dei paesi alle frontiere esterne dell’UE, che temono che le pressioni migratorie vadano oltre le loro capacità e necessitano della solidarietà degli altri, e le preoccupazioni di altri Stati membri dell’UE, i quali paventano che, in caso di mancato rispetto delle procedure alle frontiere esterne, i rispettivi sistemi nazionali di asilo, integrazione o rimpatrio non siano in grado di far fronte a eventuali grandi flussi.
Il sistema attuale non funziona più. Negli ultimi cinque anni l’UE non è riuscita a porvi rimedio. L’UE deve superare l’attuale situazione di stallo e dimostrarsi all’altezza di questo compito. Con il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo la Commissione propone soluzioni europee comuni a quella che è una sfida europea. L’UE deve abbandonare le soluzioni ad hoc e porre in essere un sistema di gestione della migrazione prevedibile e affidabile.
Dopo ampie consultazioni e una valutazione onesta e olistica della situazione, la Commissione propone di migliorare l’intero sistema. Questo significa cercare modi per migliorare la cooperazione con i paesi di origine e di transito e garantire procedure efficaci, un’integrazione efficace dei rifugiati e il rimpatrio di coloro che non hanno diritto di soggiornare nell’UE. Nessuna soluzione individuale in materia di migrazione può soddisfare tutte le parti sotto tutti gli aspetti; lavorando insieme, invece, l’UE può trovare una soluzione comune.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Proponiamo oggi una soluzione europea per ripristinare la fiducia tra gli Stati membri e la fiducia dei cittadini nella nostra capacità, come Unione, di gestire la migrazione. L’UE ha già dimostrato in altri settori di poter adottare misure straordinarie per conciliare prospettive divergenti. Abbiamo creato un mercato interno complesso, una moneta comune e un piano di ripresa senza precedenti per ricostruire le nostre economie. È giunto il momento di affrontare la sfida di gestire la migrazione congiuntamente, con il giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità”.
Margaritis Schinas, Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, ha dichiarato: “Moria ci rammenta con durezza che non è più tempo di vivere in una casa costruita a metà. È giunto il momento di mobilitarsi a favore di una politica comune europea in materia di migrazione. Il patto fornisce gli elementi mancanti del puzzle per un approccio globale alla migrazione. L’esperienza della migrazione non è mai la stessa da uno Stato membro all’altro, e le sfide diverse e uniche affrontate da ciascuno meritano di essere riconosciute, prese in considerazione e affrontate”.
Ylva Johansson, Commissaria europea per gli Affari interni, ha dichiarato: “La migrazione è sempre stata e sarà sempre parte delle nostre società. Quello che proponiamo oggi creerà le basi per una politica migratoria a lungo termine in grado di tradurre i valori europei in una gestione pratica. Questa serie di proposte definirà procedure di frontiera chiare, eque e più rapide, in modo che le persone non debbano rimanere nel limbo. Ciò significa una cooperazione rafforzata con i paesi terzi per garantire rimpatri rapidi, più percorsi legali e azioni forti per combattere i trafficanti di esseri umani. Tutto questo fondamentalmente tutela il diritto di chiedere asilo”.
Rafforzamento della fiducia grazie a procedure migliori e più efficaci
Il primo pilastro dell’approccio della Commissione per promuovere la fiducia consiste in procedure più efficienti e più rapide. In particolare, la Commissione propone di introdurre una procedura integrata di frontiera che, per la prima volta, prevede accertamenti preliminari all’ingresso riguardo all’identificazione di tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’UE senza autorizzazione o che sono sbarcate in seguito a un’operazione di ricerca e soccorso.
Tali accertamenti comprendono anche controlli sanitari e di sicurezza, il rilevamento delle impronte digitali e la registrazione nella banca dati Eurodac. Dopo gli accertamenti le persone possono essere instradate verso la procedura appropriata, sia questa una procedura alla frontiera per determinate categorie di richiedenti o una normale procedura di asilo. Nell’ambito di questa procedura di frontiera, saranno prese rapide decisioni di asilo o rimpatrio, in modo da offrire in tempi brevi certezza alle persone i cui casi possono essere esaminati celermente.
Parallelamente, tutte le altre procedure saranno migliorate e saranno soggette a un maggiore monitoraggio e sostegno operativo da parte delle agenzie dell’UE. L’infrastruttura digitale dell’UE per la gestione della migrazione sarà modernizzata per rispecchiare e sostenere tali procedure.
Equa ripartizione delle responsabilità e solidarietà
Il secondo pilastro al centro del patto è l’equa ripartizione della responsabilità e la solidarietà. Gli Stati membri saranno tenuti ad agire in modo responsabile e solidale. Ogni Stato membro, senza eccezioni, deve contribuire alla solidarietà nei periodi di forte sollecitazione, per contribuire a stabilizzare il sistema generale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l’Unione adempia ai propri obblighi umanitari.
Tenuto conto delle diverse situazioni degli Stati membri e della fluttuazione delle pressioni migratorie, la Commissione propone un sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri, che possono andare dalla ricollocazione dei richiedenti asilo dal paese di primo ingresso all’assunzione della responsabilità del rimpatrio delle persone senza diritto di soggiorno fino a varie forme di sostegno operativo.
Sebbene il nuovo sistema si fondi sulla cooperazione e su forme flessibili di sostegno inizialmente su base volontaria, saranno richiesti contributi più rigorosi nei periodi di pressione su singoli Stati membri, sulla base di una rete di sicurezza.
Il meccanismo di solidarietà riguarderà varie situazioni, tra cui lo sbarco di persone a seguito di operazioni di ricerca e soccorso, pressioni, situazioni di crisi o altre circostanze specifiche.
Un cambiamento di paradigma nella cooperazione con i paesi terzi
L’UE cercherà di promuovere partenariati su misura e reciprocamente vantaggiosi con i paesi terzi. Tali partenariati contribuiranno ad affrontare sfide comuni come il traffico di migranti e a sviluppare percorsi legali e affronteranno la questione dell’effettiva attuazione degli accordi e delle intese di riammissione. L’UE e i suoi Stati membri agiranno in modo unitario utilizzando un’ampia gamma di strumenti per sostenere la cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione.
Un approccio globale
Il pacchetto odierno cercherà inoltre di promuovere un sistema comune dell’UE per i rimpatri, al fine di rendere più credibili le norme dell’UE in materia di migrazione. Prevedrà un quadro giuridico più efficace, un ruolo più incisivo della guardia di frontiera e costiera europea e un coordinatore UE per i rimpatri di nuova nomina con una rete di rappresentanti nazionali per garantire la coerenza in tutta l’UE.
Proporrà inoltre una governance comune per la migrazione con una migliore pianificazione strategica per garantire che le politiche dell’UE e quelle nazionali siano allineate, e un monitoraggio rafforzato della gestione della migrazione sul terreno per rafforzare la fiducia reciproca.
La gestione delle frontiere esterne sarà migliorata. Il corpo permanente della guardia di frontiera e costiera europea, il cui impiego è previsto a partire dal 1º gennaio 2021, fornirà un maggiore sostegno ovunque necessario.
Una politica credibile in materia di migrazione legale e integrazione andrà a vantaggio delle società e delle economie europee. La Commissione avvierà con i principali paesi terzi partenariati per la gestione dei talenti che risponderanno alle esigenze del mercato del lavoro e di competenze nell’UE. Il patto rafforzerà il reinsediamento e promuoverà altri percorsi complementari, cercando di sviluppare un modello europeo di sponsorizzazione da parte di comunità o di privati. La Commissione adotterà inoltre un nuovo piano d’azione globale sull’integrazione e l’inclusione per il periodo 2021-2024.
Prossime tappe
Spetta ora al Parlamento europeo e al Consiglio esaminare e adottare l’intera legislazione necessaria per realizzare una vera politica comune in materia di asilo e migrazione. Data l’urgenza della situazione locale in vari Stati membri, i colegislatori sono invitati a raggiungere un accordo politico sui principi fondamentali del regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione e ad adottare il regolamento relativo all’Agenzia dell’UE per l’asilo e il regolamento Eurodac entro la fine dell’anno. Anche la direttiva riveduta sulle condizioni di accoglienza, il regolamento qualifiche e la rifusione della direttiva rimpatri dovrebbero essere adottati rapidamente, sulla base dei progressi già compiuti dal 2016.