Sta creando sconcerto la notizia che da oggi alcune industrie, anche non funzionali ad assicurare la continuità delle attività non sospese, riavvieranno la produzione sulla base delle autorizzazioni rilasciate dai Prefetti.
Nomi importanti del Made in Italy, operanti in prevalenza nel comparto del lusso, godrebbero di una autorizzazione specifica per riavviare l’attività.
Eppure tutte le imprese, a cominciare dalle più piccole, appartenenti a tutti i settori produttivi, hanno espresso il bisogno di riaprire e sono in attesa di indicazioni chiare.
Assistiamo invece ad un processo disordinato e incomprensibile, apparentemente scollegato dai principi del DPCM del 10 aprile, affidato all’iniziativa dei singoli e alle valutazioni discrezionali.
Non è questo di cui c’è bisogno per contenere l’angoscia che sta assalendo gli imprenditori e per ridare speranza al Paese.
È necessario che il Governo riprenda in mano la gestione della politica economica, sottraendola all’improvvisazione delle Regioni e all’arbitrio dei Prefetti, e definisca, con la massima urgenza e chiarezza, tempi e principi tesi a garantire la sicurezza cui attenersi per consentire all’Italia di riavviare i motori.
In tempi tanto drammatici come quelli che stiamo vivendo la linea di comando deve essere veloce, corta e non mostrare incertezze. Eventuali errori verranno giudicati dalla storia, ma la mancanza di ordini non sarebbe perdonabile dagli stessi contemporanei”.