Servizi professionali alle imprese: in questi primi mesi del 2022 si è assistito a un calo del clima di fiducia presso le imprese del settore riguardo alla situazione economica generale dell’Italia (da 46 a 43). L’indicatore è destinato ulteriormente a scendere nei prossimi mesi (da 43 a 41), anche se il dato previsionale del Nord Italia (41) si mantiene superiore alla media nazionale (35). Dall’analisi settoriale tengono meglio i servizi finanziari e di marketing che fanno registrare dati superiori alla media.
E’ quanto emerge dai dati d’aggiornamento dell’Asseprim Focus, l’osservatorio economico di Asseprim, la Federazione nazionale dei servizi professionali alle imprese aderente a Confcommercio, realizzato con Format Research.
Tendenze analoghe per il sentiment sull’andamento della propria attività economica e dei ricavi, che attualmente vedono una lieve crescita, ma che nei prossimi mesi subiranno un decremento (da 51 a 49 il primo, da 46 a 45 il secondo). Il dato previsionale del Nord Italia è comunque di sostanziale stabilità e superiore alla media del Paese. A livello territoriale il Nord continua a registrare valori superiori alla media rispetto al Centro e al Sud Italia.
“Nella prima parte del 2022 l’indice di occupazione nel settore dei servizi alle imprese è cresciuto e salirà anche in prospettiva, in vista della seconda metà dell’anno”. Questo il commento di Umberto Bellini, presidente di Asseprim, che aggiunge: “La situazione delle imprese dei servizi professionali è in miglioramento anche dal punto di vista della liquidità. Il dato è tornato ai livelli pre-Covid. Questo significa che le imprese del comparto stanno tenendo sul fronte della capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, ma è innegabile che pesi l’incertezza legata alla guerra in Ucraina, poiché il 47% delle imprese dei servizi professionali si mostra riluttante ad operare nel medio-lungo termine, sospendendo qualsiasi investimento futuro”.
Tre imprese su dieci ritengono, infatti – si rileva dai dati d’aggiornamento dell’Asseprim Focus – che nell’immediato futuro i ricavi debbano diminuire. Inoltre, sei su dieci ritengono che l’impatto economico del conflitto sarà almeno uguale, se non peggiore, a quello della pandemia.
Conclude Bellini: “Il primo auspicio resta dunque il termine delle ostilità, per fare in modo che la realizzazione del PNRR torni a essere la priorità assoluta del Paese”.