Le famiglie con due o più persone e un solo occupato ammontano a 5 milioni 697 mila.

Le persone in età lavorativa che vivono sole sono occupate nel 74,6% dei casi, in cerca di lavoro nel 12,6%.

Tra le coppie con figli (con la madre tra i 25 e i 64 anni) sono tre le tipologie più diffuse: solo il padre occupato a tempo pieno (32,4%); entrambi i genitori lavorano a tempo pieno (27,5%); padre occupato full-time e madre occupata part-time (16,0%).

Almeno un occupato in oltre 15 milioni di famiglie

Nel 2018 ammontano a 18 milioni 823 mila le famiglie con almeno un componente tra i 15 e i 64 anni (72,6% di 25 milioni 926 mila famiglie residenti in Italia). Tra queste, quelle con almeno un occupato sono 15 milioni 374 mila.

La partecipazione al mercato del lavoro all’interno della famiglia ha risentito della crisi economica che, soprattutto tra il 2008 e il 2013, ha arrestato il trend positivo degli anni precedenti e condizionato la ripresa in quelli successivi. Nel 2018 la quota di famiglie con almeno un occupato (81,7%) torna tuttavia ad avvicinarsi al livello del 2008 (82,3%).

Il recupero dei livelli pre-crisi è avvenuto in tutte le regioni del Nord, mentre ancora non si è realizzato nel Mezzogiorno.

Tra le regioni meridionali le quote più basse sono stimate in Calabria (67,6%) e in Sicilia (67,9%), dove si registrano anche le distanze più marcate rispetto al 2008 (-5,2 e -4,7 punti percentuali).

 

Diminuiscono le persone sole inattive in età lavorativa

Nel 2018 si stimano 3 milioni 198 mila persone occupate tra i 15 e i 64 anni che vivono sole (74,6% dei 4 milioni 286 mila famiglie unipersonali in età lavorativa).

L’incidenza è maggiore tra la componente maschile (77,6%), tra coloro che hanno meno di 35 anni (77,0%), tra i residenti al Nord (80,6%) e tra chi ha la cittadinanza straniera (80,1%). Le persone sole disoccupate o potenziali forze di lavoro sono 542 mila, pari al 12,6% (23,7% nel Mezzogiorno e 14,8% tra le persone straniere).

Negli ultimi decenni in Italia è cresciuto il numero di famiglie e diminuito il numero di componenti. Tra il 2004 e il 2018 si è verificato un significativo aumento delle famiglie costituite da una sola persona.

Nello stesso periodo è aumentata anche la quota di persone sole occupate, passata dal 68,1% del 2004 al 74,6% del 2018. L’aumento si riferisce esclusivamente alla componente più adulta (oltre i 35 anni) e riguarda sia gli uomini sia le donne.

Allo stesso modo è cresciuta la quota delle persone sole disoccupate o forze di lavoro potenziali (dal 7,1% al 12,6%). A diminuire in misura consistente sono stati, invece, gli inattivi in questa fascia di età che vivono soli: dal 24,9% del 2004 (circa metà di questi con pensione da lavoro) al 12,8% del 2018 (meno di un terzo ha una pensione da lavoro).

Al Centro-nord più famiglie con due o più occupati

Sono 12 milioni 176 mila le famiglie con due o più persone (pluricomponenti) con almeno un occupato (quasi l’84% delle famiglie pluricomponenti con almeno un 15-64enne). L’incidenza arriva a poco meno del 90% al Nord e nel Centro, mentre nel Mezzogiorno non supera il 75,0%.

Tra queste, le famiglie con due o più occupati sono 6 milioni 479 mila (44,6% del totale delle pluricomponenti).

Tra il 2004 e il 2018 le famiglie con due o più occupati risultano leggermente diminuite: la loro incidenza è scesa dal 45,6% al 44,6%. A livello territoriale, le disparità geografiche si sono ampliate rispetto al periodo pre-crisi.

Le famiglie con due o più occupati sono più diffuse al Nord (54,3% delle famiglie pluricomponenti) e al Centro (48,9%), rispetto alle regioni del Mezzogiorno (29,3%).

Il lieve calo complessivo sottintende una forte diminuzione in tutte le ripartizioni geografiche nel periodo di crisi. Tuttavia, mentre dopo il 2013 nel Nord e nel Centro l’incidenza delle famiglie con due o più occupati è tornata a crescere progressivamente riportandosi sui livelli del periodo pre-crisi, nel Sud e nelle Isole il recupero è stato più lento e lo svantaggio rispetto alle altre ripartizioni è aumentato.

Nel 2004, infatti, la quota di famiglie con due o più occupati residenti nelle regioni meridionali era pari al 33,3% – contro il 53,4% del Nord e il 48,9% del Centro – ed è scesa al 27,5% nel 2013, senza riuscire a recuperare pienamente negli anni successivi.

Nel Mezzogiorno le coppie con figli sono la tipologia familiare più diffusa (52,5% delle famiglie residenti con almeno un componente in età lavorativa) ma di queste quelle con due o più occupati sono poco più di un terzo (35,6%).

Nel Nord e nel Centro, invece, le coppie con figli rappresentano circa il 42,0%, ma quelle con due o più occupati sono la maggioranza (65,3% e 59,9%).

L’incidenza delle famiglie con due o più occupati sul totale delle famiglie pluricomponenti è più elevata tra le famiglie di soli italiani (45,0%) rispetto a quelle composte da soli stranieri (42,2%).

Famiglie pluricomponenti con un solo occupato soprattutto nel Mezzogiorno

Nel 2018 le famiglie con due o più persone e un solo occupato ammontano a 5 milioni 697 mila. In poco più di un quinto (1 milione 236 mila famiglie) vivono anche uno o più percettori di pensione da lavoro.

La presenza di famiglie con percettori di pensione da lavoro tra quelle con due o più componenti (con almeno un 15-64enne) è andata gradualmente riducendosi, dal 10,5% del 2004 all’8,5% del 2018, soprattutto a causa dell’inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione.

Nelle restanti 4 milioni 461 mila famiglie, invece, è presente solo un occupato (il 30,7% delle famiglie pluricomponenti): 3 milioni 248 mila famiglie sono sostenute da un uomo, 1 milione 213 mila da una donna.

Le famiglie senza pensionati da lavoro e con un solo occupato sono più diffuse nel Mezzogiorno: il 38,1% delle famiglie pluricomponenti (29,6% nel Centro e 25,5% al Nord).

Nel 2018 le famiglie con un solo occupato e senza ritirati dal lavoro risultano lievemente cresciute rispetto a dieci anni prima.

L’aumento non è stato graduale nel corso degli anni ma è avvenuto soprattutto negli anni più critici della crisi economica, ovvero tra il 2008 e il 2013, quando il numero di occupati ha subito una notevole contrazione e, di conseguenza, sono diminuite anche le famiglie con più occupati.

Durante la crisi economica, nel Centro-nord c’è stata una re-distribuzione tra famiglie con più occupati e quelle con un solo occupato mentre nel Mezzogiorno sono cresciute le famiglie senza occupati.

Tra le famiglie pluricomponenti sono in aumento quelle senza pensionati con un solo occupato a termine o permanente in part-time. L’incidenza delle famiglie con un solo occupato a temine/collaboratore ha raggiunto il 3,9% nel 2018 (2,4% nel 2004) e quella delle famiglie con un solo occupato permanente/autonomo in part-time è salita al 3,4% (1,6% nel 2004). Viceversa, la quota di famiglie sostenute da un occupato permanente/autonomo a tempo pieno è scesa dal 24,5% al 23,4% (-185 mila famiglie).

Oltre 1 milione le famiglie pluricomponenti senza occupati e pensioni da lavoro

La contrazione dell’occupazione durante le recenti crisi economiche ha comportato una contestuale crescita delle famiglie pluricomponenti senza occupati. La graduale ripresa negli anni successivi non ha fatto recuperare i livelli pre-crisi. Nei quindici anni esaminati, l’incidenza di queste famiglie è aumentata dal 15,3% del 2004 al 16,2% del 2018, con un picco del 18,4% nel 2013, per l’effetto negativo della crisi economica che ha annullato la riduzione positiva dei primi quattro anni.

Nel 2018 le famiglie con due o più componenti senza occupati sono stimate in 2 milioni 361 mila. Tra queste, quelle senza occupati nè pensionati da lavoro (quindi prive di redditi/pensioni da lavoro) sono 1 milione 151 mila, con una incidenza pari al 7,9%, valore sostanzialmente stabile dal 2013 dopo la crescita avvenuta negli anni della crisi economica (4,8% nel 2004). Nei restanti casi si tratta di famiglie prive di occupazione, ma sostenute almeno da una pensione da lavoro, la cui incidenza sul totale delle famiglie con due o più componenti è pari all’8,3% (10,5% nel 2004).

Le famiglie prive di redditi/pensioni da lavoro sono sempre più frequentemente quelle in cui è presente un solo genitore con figli senza altri familiari coabitanti. Tra le famiglie monogenitori, nel 2018, è senza lavoro una famiglia su cinque (circa 400 mila famiglie), nel 2004 era circa una su sette. Aumenta rispetto al 2004 anche la quota di famiglie senza redditi da lavoro tra le coppie con figli (dal 3,1% al 5,4%) e senza figli (dal 4,2% al 6,0%).

Le famiglie senza occupati e senza pensionati da lavoro sono molto più diffuse nel Mezzogiorno. Negli anni più acuti della crisi questa tipologia familiare è andata crescendo anche nelle regioni centro- settentrionali ma nel Sud e nelle Isole l’aumento è stato più intenso: già nel 2004 la quota sfiorava il 10,0%, ha raggiunto il 15,5% nel 2018.

Le maggiori criticità si riscontrano nelle famiglie dove sono presenti componenti che si propongono in maniera più o meno attiva sul mercato del lavoro. Tra le famiglie senza occupati e senza pensionati da lavoro, quelle con almeno un componente in cerca di lavoro oppure inattivo e disponibile a lavorare (forza di lavoro potenziale) sono il 79,4%, in crescita rispetto al 2004 (67,3%). Nel 2018 le famiglie in questa condizione ammontano a 914 mila e circa sette su dieci risiedono nel Mezzogiorno.

Al Nord e al Centro prevalgono le coppie in cui entrambi lavorano

Nel 2018, nelle quasi 26 milioni di famiglie residenti in Italia vi sono oltre 17 milioni di nuclei (coppie o monogenitori). Tra le coppie sono 11 milioni 299 mila quelle in cui la donna ha un’età compresa tra i 25 e i 64 anni.

La distribuzione del lavoro tra i partner della coppia si è modificata sensibilmente negli ultimi quindici anni per la crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro e per gli effetti della recessione economica che ha portato a una significativa diminuzione dell’occupazione maschile e del relativo tasso.

Nonostante la contrazione avvenuta durante il periodo di crisi, le coppie con entrambi i partner occupati risultano le più diffuse e pari, nel 2018, a 5 milioni 22 mila (+276 mila rispetto al 2004, +5,8%). La loro quota sul totale delle coppie è passata dal 40,0% del 2004, al 42,2% del 2008 fino al 44,4% del 2018. L’aumento complessivo è dovuto principalmente alla crescita delle coppie in cui almeno un partner lavora part-time, quasi sempre la donna.

Si confermano le grandi disparità a livello territoriale. La quota di coppie con entrambi i partner occupati si attesta al 55,4% al Nord, al 50,6% nel Centro mentre nel Mezzogiorno arriva appena al 26,4%, senza segnali di crescita rispetto al 2004.

 

Nel Mezzogiorno sono più numerose le coppie con il solo uomo occupato

Le coppie con un solo partner occupato sono 4 milioni 465 mila nel 2018, in calo di 226 mila unità
(-4,8%) rispetto al 2004 anche se la loro quota sul totale si riporta sui medesimi valori di quindici anni prima (39,5%). Nel complesso, la stabilità è sintesi di una riduzione delle coppie con uomo occupato a tempo pieno (-2,9 punti percentuali), di un lieve incremento di quelle con uomo in part-time (+0,7 punti.) e, soprattutto, della crescita delle coppie con donna occupata (+2,2 punti). La crisi economica, infatti, ha prodotto una maggiore perdita di posti di lavoro nei settori economici dove gli occupati sono per lo più uomini (industria manifatturiera e costruzioni).

Nelle regioni meridionali le coppie con il solo uomo occupato sono ancora la tipologia prevalente: 40,6%, pari a 1 milione 584 mila, contro 27,8% del Centro e 25,2% del Nord. Tale quota, dopo aver subìto una flessione negativa negli anni di crisi, è tornata a salire nel periodo più recente. L’incidenza è ancora più elevata nelle coppie del Mezzogiorno in cui la donna ha conseguito un titolo di studio basso (43,5%) e nelle coppie con due o più figli (46,6%).

In aumento le coppie senza occupati e pensionati da lavoro

Nel 2018 le coppie con entrambi i partner senza lavoro, in cui lei ha tra i 25 e i 64 anni, ammontano a 1 milione 812 mila. In 817 mila casi si tratta di coppie in cui né lui né lei sono percettori di pensioni da lavoro.

Nel 2018 le coppie senza occupati e pensionati da lavoro risultano cresciute di 279 mila unità rispetto al 2004; la loro quota sul totale delle coppie è pari al 7,2% (4,5% nel 2004).

A livello territoriale è nel Mezzogiorno che le coppie senza occupati e senza pensionati da lavoro risultano più diffuse (15,0%, contro 4,3% nel Centro e 2,6% nel Nord), soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania dove la loro quota sul totale delle coppie si attesta intorno al 18,0%. Soltanto in queste tre regioni risiedono 437 mila coppie prive di redditi/pensioni da lavoro, oltre la metà del totale delle coppie in tali condizioni.

Questo segmento di coppie si è notevolmente ampliato durante i cinque anni di crisi proprio nel Mezzogiorno: tra il 2008 e il 2013 la loro quota è passata dal 10,0% al 15,0% e nel 2018 non si è ancora ridotta (nel Centro dal 2,6 al 4,4%, nel Nord dall’1,5 al 3,0%).

 

Solo l’uomo occupato a tempo pieno in oltre una coppia con figli su tre

Nel 2018 le coppie con figli con il solo occupato uomo sono 2 milioni 901 mila e rappresentano ancora oltre un terzo delle coppie con figli (34,4%).

In particolare nelle coppie con figli la tipologia più diffusa resta quella con solo il padre occupato a tempo pieno (32,4%), seguita dalle coppie in cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno (27,5%) e dalla combinazione in cui al padre occupato full-time si associa la madre occupata part-time (16,0%). Quest’ultima tipologia è l’unica che mostra una crescita progressiva e costante in tutto l’arco temporale esaminato (11,9% nel 2004).

Tra le coppie senza figli, invece, il modello prevalente è quello con entrambi i partner occupati a tempo pieno (28,1%).

Se si considerano le coppie più giovani, ovvero quelle in cui la donna ha un’età compresa tra i 25 e i 49 anni (6 milioni 533 mila nel 2018), le differenze tra le coppie con figli e quelle senza figli diventano più marcate in termini di distribuzione del lavoro tra i partner.

Nelle coppie più giovani con figli la quota di quelle con entrambi i partner occupati a tempo pieno è più bassa, pari al 28,6% (17,1% nel Mezzogiorno) contro il 45,9% delle coppie più giovani senza figli, e tende a ridursi sensibilmente al crescere del numero dei figli: dal 32,4% nelle coppie con un figlio al 26,2% nelle coppie con due figli o più, a prescindere dal titolo di studio della madre.

Nelle coppie più giovani con figli, nel 19,2% dei casi l’uomo lavora con un regime orario a tempo pieno e la donna con un orario ridotto contro il 14,8% di quelle senza figli. Questa tipologia è più diffusa al Centro-nord (24,6%) rispetto al Mezzogiorno (9,7%), dove prevale la coppia con solo il padre occupato full-time (45,3%).

Le quote di entrambi i genitori occupati aumentano in presenza di madri che hanno conseguito un alto titolo di studio, anche con carichi familiari impegnativi. Se la madre è laureata, infatti, la quota di coppie in cui entrambi lavorano full-time è pari al 50,4% (contro il 14,5% di donne con al massimo la licenza media e il 28,6% di diplomate). Quelle in cui il padre lavora full-time e la madre part-time si attesta al 20,0% in presenza di un figlio e al 23,9% in presenza di due figli o più.