Con il crollo delle temperature è allarme gelate nelle campagne italiane, dove lo sbalzo termico rischia di causare gravi danni agli alberi da frutto, in primis ciliegie, albicocche e pesche, ma anche alle verdure in campo, dopo un inizio 2024 che si è classificato come il più caldo di sempre. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione del ritorno del freddo e del maltempo con la colonnina di mercurio in picchiata, temporali, nevicate e allerte gialle in alcune regioni. Gli agricoltori, dove possibile, cercando dunque di correre ai ripari mettendo teloni protettivi su frutteti e campi, anche per evitare eventuali grandinate, spesso legate all’improvviso sbalzo termico, con un investimento economico spesso molto oneroso.
Il freddo arriva dopo che i primi tre mesi del 2024 hanno fatto segnare una temperatura superiore di 2,04 gradi rispetto alla media storica, il massimo di sempre per il periodo secondo l’analisi di Coldiretti su dati Isac Cnr, favorendo anche fioriture precoci che rischiano di essere bruciate dal gelo. Il caldo record si è fatto sentire maggiormente al Nord, dove si è registrato un aumento di ben 2,20 gradi rispetto al consueto, e ha accelerato i processi di sviluppo delle colture che risultano più vulnerabili alle gelate tardive, ma ha colpito anche al Sud aggravando gli effetti di una siccità devastante, dalla Sicilia alla Puglia.
Il cambiamento climatico – precisa la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2023 i 6 miliardi di euro.