Affrontare a livello europeo il problema dell’invasione delle specie selvatiche è di importanza strategica dal punto di vista sociale, economico ed ambientale. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente il documento presentato dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida al Consiglio Ue sul ruolo dell’agricoltura per la vitalità delle aree rurali, in cui si invita la Commissione a dare seguito alle iniziative annunciate sullo status del lupo come specie protetta.
Un intervento necessario – afferma Coldiretti – per proteggere i cittadini ma anche salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna. La popolazione di lupi è in forte aumento da nord a sud ed è stimata dall’Ispra – sottolinea la Coldiretti – intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo.
Il rischio vero oggi è – denuncia la Coldiretti – la scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Per questo è importante venga riconosciuto il ruolo dell’agricoltore nella tutela del territorio anche nella sua funzione di regolatore delle biodiversità” come previsto dal documento italiano sottoscritto da sette nazioni