Le forti tensioni dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali ha fatto impennare, fra giugno e settembre, di oltre un quarto il costo medio lordo delle forniture elettriche e del gas naturale disponibili sul mercato italiano per le imprese del terziario. Infatti, rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre – dove il prezzo lordo delle offerte elettriche si manteneva su un trend discendente, sia per le offerte tradizionali che per quelle a energia prodotta da fonti rinnovabili – l’incremento del costo dell’elettricità è pari al 27,2% (da 0,18583 €/KWh di giugno a 0,23639 €/KWh di fine settembre), quello delle energie rinnovabili del 25% (da 0,19673 €/KWh a 0,24597 €/KWh), quello del gas del 25,5% (da 0,68609 €/KWh a 0,86099 €/KWh).
Aumenti che sono comunque contenuti, nonostante la loro consistenza, rispetto al forte incremento che hanno subìto nello stesso periodo i prezzi internazionali dei prodotti energetici, ed il gas in particolare.
Comparando le diverse offerte per la fornitura elettrica sul mercato libero, la scelta tra prezzo fisso e variabile può incidere anche notevolmente sul risparmio energetico annuo di un’impresa che può arrivare fino ad oltre 6.400 euro per un albergo, a 2.000 per un alimentari e a quasi 930 euro per un ristorante.
E’ quanto emerge dal MoCET, Monitoraggio Costo Energia Terziario di Confcommercio, rilevazione trimestrale dei costi di gas ed elettricità per le imprese del terziario, in collaborazione con Nomisma Energia.
Circa la rilevazione di metà ottobre 2021 incide in misura rilevante la riduzione degli oneri di sistema attuata con il decreto-legge 27 settembre 2021, n. 130, recante misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale. Si tratta, nel complesso, di un intervento di oltre 3 miliardi di € che si aggiunge alla diminuzione compensativa degli oneri di sistema già operata dal Governo a fine giugno 2021 attraverso lo stanziamento di 1,2 miliardi di € dal fondo aste della CO2.
In assenza di tali interventi d’urgenza l’incremento dei costi dell’elettricità per le imprese si sarebbe attestato tra il 38% e il 42%. Analoghi incrementi, pur se di entità lievemente più contenuta, si sarebbero verificati per i prezzi delle bollette del gas.
In tutte le attività di riferimento considerate dall’analisi (albergo, ristorante, bar, negozio alimentare, negozio non alimentare) fra quella fisse sono più convenienti le offerte Placet, rispetto a quelle reperibili sul libero mercato, mentre fra quelle variabili la convenienza tra le diverse offerte varia a seconda della tipologia di attività .
La diminuzione compensativa degli oneri di sistema decisa dal governo, ha consentito di alleggerire sensibilmente le bollette elettriche, nonostante il forte rincaro della componente energia che, al momento, ha assunto un peso notevole all’interno della bolletta elettrica.
Il rincaro dei prezzi internazionali dell’energia fa aumentare sensibilmente la spesa complessiva dell’elettricità del settore terziario, con andamento al rialzo assai più pronunciato per le forniture a prezzo variabile, sebbene anche le offerte a prezzo fisso abbiano registrato sensibili incrementi.
Anche le offerte relative all’elettricità completamente da fonte rinnovabile, hanno seguito lo stesso deciso trend rialzista. Il forte incremento delle quotazioni del gas naturale (materia prima da generazione e da riscaldamento), che hanno fra l’altro trascinato anche quelle del carbone, stanno pesando non poco sui bilanci di aziende del terziario, appena entrate in una incerta fase post pandemica.
Tali incrementi di costo sono particolarmente insidiosi in quanto variabili esogene da un lato e, d’altro canto, riferite spesso ad attività per le quali non è ancora possibile sfruttare completamente la propria capacità produttiva a causa dei limiti sanitari, come accade ad esempio per la ristorazione in locali chiusi.
Per quanto riguarda la convenienza tra le diverse offerte sul gas, quelle più competitive sono quasi sempre quelle fisse, mentre le offerte variabili sono quelle più care
Analizzando l’incidenza delle diverse componenti sul prezzo dell’elettricità, il contemporaneo rincaro dell’energia e la diminuzione degli oneri di sistema, ha portato la quota della materia prima energia attorno al 52% della spesa totale, quasi 10 punti in più rispetto a sei mesi fa. Scende ovviamente della stessa entità il peso degli oneri di sistema, mentre le altre componenti rimangono praticamente invariate.
Per il gas, invece, aumenta a circa il 54% il peso della materia prima sulla bolletta media del settore terziario, a causa dell’incremento considerevole delle quotazioni internazionali. Scendono leggermente le altre componenti, ad eccezione dell’IVA il cui peso, come nel caso dell’energia elettrica, rimante invariato..
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