Ha preso il via la campagna nazionale Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude” e Confcommercio Lombardia lancia l’allarme: “In Lombardia il 2020 si è chiuso con un calo dei consumi di 22 miliardi di euro.

Un vero shock economico per le imprese, che non possono sopportare ancora a lungo chiusure non accompagnate da adeguati indennizzi. Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture”.

“La crisi è profonda e trasversale: dal comparto turistico alla ristorazione e all’accoglienza; dalla filiera degli eventi e dei catering al commercio al dettaglio e all’ingrosso” spiega Confcommercio Lombardia. “Le chiusure, il coprifuoco, le restrizioni di movimento, pur motivate dall’emergenza sanitaria, hanno messo in crisi l’intero sistema. Per questo servono azioni concrete e servono subito”.

“Sui sostegni c’è molta delusione” rileva Confcommercio Lombardia “perché si tratta di risorse assolutamente non adeguate alle esigenze e alle aspettative delle imprese. Conti alla mano, ogni attività si ritroverà con cifre che copriranno a malapena qualche spesa fissa, non di più. E ricordiamo sempre la zona rossa in cui finì per errore la Lombardia a metà gennaio, per la quale le imprese aspettano ancora risarcimenti specifici. Sul fronte vaccini la parola d’ordine è una soltanto: accelerare”.

“E’ chiaro che così non si può continuare. Gli operatori di tutti i settori chiedono solo una cosa: poter lavorare. In sicurezza, certamente, ma non è più possibile andare avanti con chiusure ad oltranza senza alcuna prospettiva e senza indennizzi adeguati”.

Per questo Confcommercio Lombardia aderisce e rilancia la campagna nazionale di Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude” che, con un video e scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo mostra, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.

“L’obiettivo della campagna ‘Il futuro non (si) chiude” conclude Confcommercio Lombardia “è far sentire la voce delle imprese che stanno pagando un conto pesantissimo alla pandemi,a ma che non vogliono arrendersi e chiedono, in sicurezza, di poter ripartire”.