Italia al gelo dopo un 2020 che si classifica come il secondo anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di oltre un grado (+1,04 gradi) più elevata della media storica.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al 2020 in riferimento all’ondata di neve e freddo siberiano che sta investendo l’Europa e la Penisola dove è allerta della protezione civile in diverse regioni per vento e ghiaccio.
Il 2020 arriva quindi ai vertici della classifica degli anni più caldi dal 1800 dopo il 2018 ma prima di 2015, il 2014, il 2019 e il 2003, con un inverno bollente che al sud – sottolinea la Coldiretti – ha addirittura fatto già sbocciare le mimose in Sicilia, dove i fiori gialli sono già pronti alla raccolta con quasi due mesi di anticipo rispetto alla tradizionale festa della donna l’8 marzo. Un risveglio anticipato che ora – continua la Coldiretti – si scontra con il brusco crollo delle temperature che sconvolge la natura e mette a rischio raccolti e animali nelle stalle.
Una situazione di difficoltà per l’agricoltura in tutta l’Unione Europea dove è allarme per le forniture di verdure, frutta e ortaggi sugli scaffali per effetto del crollo dei raccolti in molti Paesi ed i problemi al trasporto ostacolato dalla neve e dal gelo. Il risultato è un deciso rincaro dei prezzi rispetto allo scorso anno nei mercati all’ingrosso che va dal +67% per le melanzane al +33% per le zucchine fino al +13% per i peperoni, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Borsa Merci Telematica Italiana (Bmti) da dicembre 2020 ad oggi. Il freddo ha già determinato un calo dei raccolti di agrumi, pomodoro, cetrioli, zucchine, melanzane e fagiolini in Spagna a seguito della tempesta Filomena che ha fatto crollare le produzioni nel Paese europeo maggiore produttore ed esportatore, mentre in Italia a rischio – evidenzia la Coldiretti – sono le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, finocchi, carciofi, radicchio e broccoli. Ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni coltivate in serra.
A tale proposito, la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi e difficili trasporti e di privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Un modo – precisa la Coldiretti – per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del Paese.
L’anno appena iniziato conta già 22 eventi estremi tra grandinate, tornado, nevicate anomale, valanghe e bombe d’acqua che hanno colpito lungo tutta la Penisola provocando danni nelle città e nelle campagne ma anche vittime, secondo l’analisi della Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Si conferma anche nel 2021 – conclude la Coldiretti – il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.