In 12 anni, dal 2008 al 2019, le risorse complessivamente spese per la cassa integrazione guadagni ammontano a 49,7 miliardi di euro, a fronte di 46,6 miliardi di euro di entrate sostenute da aziende e lavoratori privati, con un saldo negativo nel periodo analizzato pari a 3,1 miliardi di euro.
E’ quanto emerge da un’analisi del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL che ha elaborato i rendiconti consuntivi dell’INPS.
Nello specifico – spiega Ivana Veronese, Segretaria Confederale UIL – per quanto riguarda le singole gestioni, la spesa per la cassa integrazione ordinaria è stata di 15,6 miliardi di euro, a fronte di 33,1 miliardi di euro di entrate, ed è l’unica gestione ad aver registrato, nei 12 anni considerati, un saldo positivo di 17,5 miliardi di euro.
La gestione straordinaria ha visto costi per 25,4 miliardi di euro ed entrate pari a 13,3 miliardi di euro, chiudendo il periodo con un saldo negativo di 12 miliardi di euro.
Infine, la cassa integrazione in deroga, totalmente a carico della fiscalità generale, ha registrato uscite per 8,7 miliardi di euro ed entrate pari a 161 milioni di euro, con un saldo negativo di 8,6 miliardi di euro.
Nel periodo considerato, l’anno più critico è stato il 2013 che ha visto spese per 6,8 miliardi di euro di cui il 52,4% assorbite dalla cassa integrazione straordinaria (con un costo di circa 3,6 miliardi di euro). Il 2013 registra anche il saldo negativo tra entrate e uscite più alto pari a circa 3 miliardi di euro.
Nel 2019 le uscite per la cassa integrazione – continua Ivana Veronese – sono pari a 1,4 miliardi di euro di cui 488 milioni di euro per la gestione ordinaria, 890 milioni di euro per la gestione straordinaria e 15 milioni di euro per la gestione in deroga che sono residui di provvedimenti degli anni precedenti. Sempre nel 2019 aziende e dipendenti privati hanno versato contributi per un totale di 4,2 miliardi di euro destinati a garantire il sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro, con un saldo positivo di 2,8 miliardi di euro.
Se consideriamo l’insieme degli ammortizzatori sociali del 2019 (cassa integrazione, Naspi, disoccupazione speciale agricoltura, etc.) – commenta Ivana Veronese – la spesa ammonta a 19 miliardi di euro, di cui il 7,3% è assorbito dai costi della cassa integrazione pari a circa 1,4 miliardi di euro.
Nei primi 5 mesi del 2020 a fronte di oltre 1,7 miliardi di ore autorizzate di cassa integrazione, la spesa ammonterebbe, secondo una nostra stima dai dati INPS sulla Cassa integrazione, a 14,3 miliardi di euro.
Ciò significa che in soli 5 mesi si è spesa una cifra pari a 10 volte l’importo dell’intero 2019, ovvero quasi 1 punto di PIL.
Al tavolo sugli ammortizzatori sociali, convocato per il prossimo 23 luglio dalla Ministra del Lavoro – conclude Veronese – la UIL proporrà la proroga della cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti fino a tutto il 2020. Inoltre, per la UIL è necessario rendere spendibile velocemente quanto arriverà da SURE (strumento europeo contro la disoccupazione) e dare trasparenza sul reale utilizzo della cassa integrazione.