La soddisfazione per la vita nel complesso migliora rispetto all’anno precedente, confermando un trend positivo iniziato nel 2016.

Dopo la stasi del 2017-2018, torna a crescere la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica, raggiungendo il 56,5%.

Pur continuando tra i cittadini a prevalere un atteggiamento di cautela, migliora la fiducia negli altri: la quota di persone per cui la maggior parte della gente è degna di fiducia raggiunge il 23,9% nel 2019 rispetto al 21,0% del 2018.

L’indagine Aspetti della Vita Quotidiana rileva la Soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori.

La soddisfazione per la vita nel suo complesso è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui e misura quanto gli individui sentono di vivere una vita conforme alle loro aspettative al di là delle contingenze momentanee.

Oltre che nella sua dimensione generale, la soddisfazione delle persone viene rilevata anche per alcuni ambiti fondamentali della vita quotidiana quali le relazioni familiari e amicali, la salute, il tempo libero, il lavoro e la situazione economica. Per quest’ultima si rilevano le valutazioni delle famiglie sulla loro situazione economica negli ultimi 12 mesi e il giudizio sull’adeguatezza delle risorse economiche di cui la famiglia dispone. La fiducia negli altri, invece, misura la qualità delle relazioni sociali tramite quesiti utilizzati anche a livello internazionale.

 

Aumenta la soddisfazione per la vita nel complesso

Alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”) nel primo trimestre del 2019, il 43,2% delle persone di 14 anni e più indica i livelli di punteggio più alti (8-10), il 40,7% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7) mentre il 14,2% la valuta con i punteggi più bassi (0-5).

Rispetto al 2018, la quota di chi esprime i punteggi più alti (tra 8 e 10) passa dal 41,4% al 43,2%; diversamente dal passato, quando a calare era soprattutto la quota di chi esprimeva le valutazioni più basse, nel 2019 si riduce la quota di chi indica punteggi sufficienti o medi (6-7).

La distribuzione della soddisfazione complessiva, in generale, presenta una forte asimmetria positiva, cioè una tendenza delle risposte a collocarsi verso i valori più elevati della soddisfazione. Infatti, in media, le persone danno alla soddisfazione per la propria vita un voto pari a 7,1

Nel 2019 il Nord presenta un valore medio di soddisfazione pari a 7,2, il Centro pari a 7,1 e il Mezzogiorno un valore di 7,0. La regione con il più elevato livello di soddisfazione è il Trentino-Alto Adige (7,6)

Giovani più soddisfatti per la vita

I giudizi espressi dalle persone distinte per caratteristiche socio-demografiche, pur riflettendo l’aumento del livello di soddisfazione, non variano in termini di struttura rispetto al passato. Le differenze di genere rimangono analoghe: le donne con giudizi elevati di soddisfazione sono il 42,0% e gli uomini il 44,6%. Nel complesso della popolazione, la soddisfazione diminuisce tendenzialmente con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti è di oltre il 55% tra i 14-19 anni mentre scende sotto al 40,0% tra le persone di 65 anni e più (Tavola 1.1 in allegato).

Rispetto al 2018, la crescita del livello di soddisfazione ha riguardato uomini e donne in maniera analoga e ha coinvolto le persone nei vari gruppi di età. In particolare, la crescita è stata più elevata della media tra i giovani di 14-24 anni (dal 48,3% al 51,3%), tra i 45-54 anni (dal 40,7% al 43,1%) e tra i 55-64 anni (dal 39,3% al 42,7%) (Figura 1a in allegato).

 

Più alta la soddisfazione per occupati e studenti

La condizione occupazionale influisce sul giudizio. La popolazione attiva nel mercato del lavoro o impegnata in un’attività formativa (occupati e studenti) è la più soddisfatta ed esprime più frequentemente giudizi molto positivi. Il 47,5% degli occupati e il 51,7% degli studenti infatti esprimono una elevata soddisfazione.

Anche la posizione nella professione incide: tra coloro che sono occupati, i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti (50,0%), insieme ai quadri e agli impiegati (50,2%), dichiarano livelli di soddisfazione più alti rispetto a operai (44,3%) e lavoratori in proprio (45,6%). Le persone in cerca di nuova occupazione (28,1%) e le casalinghe (38,8%) presentano, come in passato, i livelli più bassi

Rispetto al passato, la crescita ha riguardato occupati e non occupati

La soddisfazione generale aumenta con il titolo di studio. La stima dei molto soddisfatti riguarda il 35,1% di chi ha al massimo la licenza elementare e il 47,6% dei laureati. Si riscontra un incremento della soddisfazione in chi ha almeno un diploma superiore (dal 42,1% del 2018 al 44,6% del 2019) o la licenza media (dal 40,5% del 2018 al 43,7% del 2019)

Stabile ed elevata la soddisfazione al Nord, in aumento nelle altre ripartizioni

A livello territoriale, il Nord presenta la quota più alta di coloro che dichiarano un voto compreso tra 8 e 10 rispetto alla soddisfazione per la vita (46,7%), il Centro una quota intermedia (42,3%) e il Mezzogiorno la quota minore (39,2%). Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono il Trentino-Alto Adige (62,2%), la Valle d’Aosta (54,7%) e il Piemonte (48,7%), quelle con i livelli più bassi sono la Campania (31,6%) e la Calabria (39,5%)

Rispetto al 2018, le differenze territoriali sono in riduzione ma ancora consistenti. La quota di persone che esprimono i punteggi più alti è stabile al Nord mentre risulta in crescita nella ripartizione centrale (dal 39,2% del 2018 al 42,3% del 2019) e nel Mezzogiorno (dal 35,1% del 2018 al 39,2% del 2019)

I differenziali territoriali si riproducono indipendentemente dalle caratteristiche socio-demografiche dei residenti e si conferma lo storico dualismo tra Nord e Sud del Paese.

Soddisfazione per le relazioni familiari e amicali: si riduce il gap tra Nord e Sud

La quota di persone soddisfatte per le proprie relazioni familiari e amicali rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2018 .

La soddisfazione per le relazioni familiari è sempre stata molto alta, superiore a quella di ogni altra dimensione considerata. Nel 2019, l’89,7% delle persone di 14 anni e oltre esprime una soddisfazione molto o abbastanza elevata. Solo una quota residuale, l’1,8%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente.

In questo ambito non ci sono differenze di valutazioni fra uomini e donne. In relazione all’età emerge come la soddisfazione si mantenga su livelli elevati fino ai 34 anni e poi decresca lentamente all’avanzare dell’età (Tavola 2.1 in allegato).

A livello territoriale, la quota dei molto soddisfatti cresce significativamente nel Mezzogiorno e, insieme alla quota di chi si ritiene abbastanza soddisfatto, raggiunge il 90,2%, collocandosi sui livelli dei residenti al Nord. Il Centro segue con l’88,4%, in flessione rispetto ai due anni precedenti .

La Sicilia è la regione con la percentuale più elevata di individui molto o abbastanza soddisfatti (92,1%), seguita da Trentino-Alto Adige (92,0%), Basilicata (90,7%) e Campania (90,6%)

La percentuale di quanti si dichiarano molto o abbastanza soddisfatti è elevata anche per le relazioni amicali (82,3%), con differenze di genere: è soddisfatto l’83,8% degli uomini rispetto all’81,0% delle donne. In particolare, gli uomini che si definiscono “molto soddisfatti”, sono il 24,1%, contro il 22,0% delle donne. La soddisfazione è maggiore nelle fasce giovanili e decresce all’aumentare dell’età .

In relazione al territorio, la crescita maggiore rispetto al 2018 ha riguardato il Mezzogiorno, dove le persone soddisfatte rappresentano l’82,0% del totale dei rispondenti.

Il Nord, nonostante la flessione, costituisce la ripartizione territoriale che vanta una soddisfazione maggiore (82,8%).

Il Centro, similmente al Nord, subisce un calo e si attesta all’81,7%. La contrazione del Centro-nord e la crescita della soddisfazione per le relazioni amicali nel Mezzogiorno, determina dunque la riduzione del gap tra Nord e Sud del Paese

In particolare, si definiscono “molto o abbastanza soddisfatti” l’86,7% dei residenti in Trentino-Alto Adige, l’85,8% in Umbria, l’84,7% in Valle d’Aosta, l’84,3% in Basilicata e l’83,3% in Molise

In calo la soddisfazione per la salute tra i cittadini dell’Italia centrale

Sul proprio stato di salute, l’80,2% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti) .

Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (55,8%). Le donne dichiarano una soddisfazione sempre minore degli uomini anche a parità di età, con differenze maggiori nelle età anziane: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 77,9% dei casi rispetto all’82,7% degli uomini. .

Sul territorio, la soddisfazione per il proprio stato di salute è più alta al Nord che nelle altre ripartizioni: 81,8% contro 78,4% del Mezzogiorno malgrado il processo di invecchiamento sia più avanzato nell’Italia settentrionale.

Il Centro presenta una quota di persone molto o abbastanza soddisfatte pari al 79,7%, in calo rispetto ai due anni precedenti . A livello regionale le quote più elevate di persone soddisfatte del proprio stato di salute si registrano in Trentino-Alto Adige (88,3%), Lombardia (82,8%), Veneto (81,6%) e Toscana (81,4%) .

 

Le donne meno soddisfatte per il tempo libero se non occupate

La quota di soddisfatti per il tempo libero riguarda una porzione di popolazione molto più contenuta se confrontata con gli aspetti della vita quotidiana finora considerati. In media, si dichiara molto o abbastanza soddisfatto il 68,0% della popolazione (Figura 4). Rispetto al 2018, la quota di soddisfatti cresce (era il 66,2%), in particolare nella fascia adulta (35-59 anni).

La soddisfazione per il tempo libero è più diffusa nelle fasce giovanili, si riduce all’aumentare dell’età per poi riprendere tra le persone di 60 anni e più in relazione all’entità dei carichi di lavoro e delle responsabilità familiari nel corso della vita

Le donne che si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del proprio tempo libero sono in percentuale sempre inferiore rispetto agli uomini (66,3% contro 70,0%) per via del carico di lavoro familiare e di cura particolarmente pesante e tale da comprimere la quantità di tempo libero. Tuttavia, se occupate, la soddisfazione per questo aspetto è paragonabile a quella degli uomini (64,4% contro 64,9%)

A livello territoriale, è soddisfatto il 70,4% delle persone di 14 anni che vivono al Nord e il 69,1% di chi vive al Centro. Nel Mezzogiorno la quota è pari al 64,3%. Rispetto al 2018 in tutte e tre le ripartizioni territoriali è evidente una crescita, maggiore nel Centro-sud (Figura 4).

Le quote di persone soddisfatte (molto o abbastanza) sono più elevate in Trentino-Alto Adige (79,5%), Piemonte e Lombardia (71,8%) mentre quelle degli individui che si ritengono poco e per niente soddisfatti del proprio tempo libero presentano i valori più alti in Sicilia (35,5%) e Calabria (34,7%)

Gli uomini più soddisfatti per il lavoro al Nord, le donne al Sud

Nel 2019 il 77,7% degli occupati dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. I livelli di soddisfazione sono più elevati al Nord e al Centro, dove gli occupati molto soddisfatti rappresentano il 17,4%, rispetto al 15,1% nel Mezzogiorno (Tavola 3 in allegato) ma l’andamento è crescente in tutte le ripartizioni territoriali. In particolare, gli occupati del Centro manifestano un aumento significativo di soddisfazione rispetto al 2018 (Figura 5).

Tra il 2013 e il 2018 la soddisfazione per il lavoro cresce per entrambi i sessi ma le donne soddisfatte sono sempre in percentuale maggiore rispetto agli uomini. Nel 2019 si registra un incremento della quota di soddisfatti tra gli uomini occupati che li porta sui livelli delle occupate (Figura 3a in allegato).

A livello territoriale, emergono differenze interessanti tra i due sessi: nel Mezzogiorno si dichiarano più soddisfatte le donne (77,3% contro 75,2%), al Nord risultano più soddisfatti gli uomini (78,9% contro 77,4%), soprattutto per un calo della soddisfazione delle occupate rispetto al passato (Figura 3a in allegato).

 

Migliora la soddisfazione per la situazione economica personale

Nei primi mesi del 2019 torna a crescere, dopo la stasi del 2017, la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per la situazione economica personale attestandosi al 56,5%

Rispetto al 2018 la crescita ha riguardato uomini e donne in egual misura e tutti i gruppi di età, in particolare le persone di 55-59 anni (da 49,8% a 55,4%) e 60-64 anni (da 54,1% a 58,7%).

Non ci sono differenze significative di genere. In relazione all’età, i giovani (17-19 anni) e le persone di 60 anni e oltre sono più soddisfatte rispetto agli individui delle classi d’età centrali (20-59 anni)

Rispetto alla condizione professionale la crescita è superiore alla media tra i lavoratori autonomi (da 48,7% a 54,7%) e i pensionati (da 58,0% a 63,8%).

A livello territoriale, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 62,1% dei cittadini del Nord, il 56,1% di quelli del Centro e il 49,3% dei residenti nel Mezzogiorno. In quest’ultima area, dove le persone manifestano in generale una minor soddisfazione, nell’ultimo anno si registra una ripresa più marcata della quota dei “molto o abbastanza soddisfatti” (da 43,7% a 49,3%)

Nel tempo si riduce progressivamente la distanza che separa il Sud dal Nord del Paese

Situazione economica stabile per oltre 6 famiglie su 10

I giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare confermano il quadro positivo . Nel 2019, cresce sensibilmente la quota di famiglie che giudicano migliorata o invariata la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (74,1% contro 70,6% del 2018). In particolare, cresce la percezione di stabilità (65,2% rispetto a 62,5% del 2018) e di poco anche quella di miglioramento della situazione (8,9% rispetto a 8,1% del 2018) .

Le dinamiche risultano differenziate sul territorio: nel Mezzogiorno si ha la crescita maggiore della quota di famiglie che dichiarano una stabilità (66,5% rispetto a 62,2% del 2018); segue il Nord, in cui tale quota arriva al 64,9% dal 62,4% del 2018 mentre al Centro i giudizi sono sostanzialmente analoghi a quelli espressi nel 2018

Il gap territoriale nella percezione della situazione economica comunque permane, pur riducendosi leggermente: le famiglie che riportano una percezione di miglioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente sono il 10,7% al Nord, l’8,7% al Centro e il 6,5% nel Mezzogiorno

 

Migliora il giudizio delle famiglie sulle risorse economiche, soprattutto al Sud

Il giudizio delle famiglie sul livello di adeguatezza delle loro risorse economiche completa quello sulla valutazione della situazione economica. Nel 2019 aumenta anche la quota di famiglie che valutano ottime, e soprattutto adeguate alle proprie esigenze, le risorse economiche di cui dispone (64,9% contro 60,3% del 2018)

Il miglioramento coinvolge tutte le ripartizioni territoriali, ma riguarda principalmente il Mezzogiorno. In questa ripartizione la quota di famiglie che valutano ottime o adeguate le proprie risorse passa, infatti, al 60,4% dal 54,0% del 2018; seguono il Centro (65,2% da 60,0%) e il Nord (67,8% da 64,6%)

Alla crescita dei giudizi di adeguatezza delle risorse economiche familiari ha corrisposto al Centro e al Nord una sostanziale riduzione di famiglie che le giudicano scarse (il 29,1% al Nord e il 30,6% al Centro) mentre al Sud è scesa anche la quota di famiglie che le valutano insufficienti (34,3% scarse e 5,2% insufficienti)

Cittadini cauti verso il prossimo, ma aumentano i fiduciosi

I dati del 2019 registrano un aumento di fiducia verso il prossimo, nonostante la cautela sia ancora l’atteggiamento prevalente. Il 74,6% delle persone, alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, risponde che “bisogna stare molto attenti” mentre il 23,9% è orientato a un atteggiamento di fiducia

Cresce in particolare la quota di giovani fiduciosi (dal 21,0% del 2018 al 25,8% tra i 20-24 anni e dal 21,0% al 24,9% tra i 25-34 anni). Tra gli uomini, il 25,5% mostra un atteggiamento di apertura verso gli altri rispetto al 22,5% delle donne. In relazione all’età, la quota minore di fiduciosi si rileva tra gli anziani, soprattutto tra gli ultrasettantacinquenni (18,4%)

Guardando la condizione professionale i più fiduciosi sono dirigenti, imprenditori e liberi professionisti: il 35,2% dichiara che ci si può fidare della maggior parte della gente rispetto al 20,3% degli operai. In generale, tra gli occupati è più diffuso un atteggiamento di fiducia (27,1%) rispetto a chi è in condizione non professionale o non lavora .

Anche le persone con un titolo di studio più elevato dichiarano di fidarsi di più degli altri: il 36,9% dei laureati e il 25,8% dei diplomati rispetto a chi ha al massimo la licenza media (19,7%) o la licenza elementare (15,7%)

A livello territoriale la fiducia verso la gente è maggiore procedendo da Sud a Nord. Nel Mezzogiorno infatti il 20,0% della popolazione di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, al Centro è il 24,2% fino a raggiungere il 26,7% nelle regioni settentrionali

Considerando il quesito sulla restituzione del portafoglio smarrito da parte di un vicino di casa, un appartenente alle forze dell’ordine o un perfetto sconosciuto, i rispondenti hanno dichiarato il maggior grado di fiducia verso gli esponenti delle forze dell’ordine (84,0%), seguiti dai vicini di casa (73,3%). Soltanto il 15,0% si fida degli estranei

Le donne hanno più fiducia degli uomini nelle forze dell’ordine e nei vicini di casa, mentre non emerge una significativa differenza di genere nei confronti degli sconosciuti

In relazione alla posizione nella professione, le persone di status sociale più elevato quali dirigenti imprenditori e liberi professionisti dichiarano una maggiore probabilità di restituzione del portafoglio rispetto a operai e apprendisti ; lo stesso accade all’aumentare del livello di istruzione

La differenza di opinione sulla possibilità di restituzione del portafoglio da parte di un vicino è notevole tra Centro-nord e Mezzogiorno (78,5% nel Nord, 73,5% nel Centro, 66,1% nel Mezzogiorno). Per ciò che riguarda le forze dell’ordine, le differenze sono minori: 86,2% al Nord, 84,5% al Centro e 80,9% al Sud.

A dar fiducia a un perfetto sconosciuto è invece il 17,9% degli abitanti del Nord, il 14,0% di quelli del Centro e l’11,6% dei residenti nel Mezzogiorno .