Disegnare insieme una nuova strategia per l’olio italiano è presupposto necessario allo sviluppo del settore. Dare risposte immediate per arginare gli effetti devastanti di Xylella e maltempo sull’economia delle aziende olivicole, la strada da imboccare subito, anche come freno alle pressioni dei mercati.

A crederlo fermamente condividendo, quindi, le parole della Ministra Bellanova alla riunione del Tavolo Olio al Mipaaf, è Cia-Agricoltori Italiani, intervenuta con il vicepresidente nazionale Mauro Di Zio.

Bene per Cia che si stia procedendo con il Dl emergenze, la cui attuazione piena, resta una priorità per salvare l’olivicoltura del Sud. Lo stanziamento di 300 milioni entro il primo gennaio 2020, previsto per la rigenerazione della Puglia, sarà, infatti, necessario a rimettere in moto il settore.

Positivo, inoltre, che sia stato firmato il decreto per il fondo di solidarietà con riserva pari a 7,4 milioni, che vada avanti celermente il lavoro per riconoscere contributi alla ripresa produttiva dei frantoi oleari in Puglia, con fondo da 8 milioni di euro e alle imprese del settore con risorse per 5 milioni.

Allo stesso tempo, evidenzia Cia, occorre chiudere l’attuazione del piano nazionale in corso, per passare ad una reale riforma strutturale già con la prossima programmazione, mettendo al centro ricerca e innovazione, competitività e sostenibilità.

Il legame con il territorio deve, invece, per Cia, essere la principale leva strategica utile alla sfida lanciata dalla Ministra, di restituire valore all’olio extravergine di oliva. Le nuove alleanze da stringere con ristoratori e consumatori per riabilitare l’olio a tavola come alimento e non come condimento, devono secondo Cia-Agricoltori Italiani, puntare non solo sulla qualità del prodotto, ma anche sul ruolo della filiera e sul riconoscimento economico del lavoro svolto dagli olivicoltori nel tutelare e valorizzare un simbolo del Made in Italy, anche dal punto di vista culturale. Ciò senza dimenticare l’apporto nutrizionale dell’olio tra i protagonisti della dieta mediterranea e il contribuito dell’olivicoltura con le sue svariate cultivar, alla biodiversità agricola italiana.