I dati diffusi ieri alla Camera dal rapporto Svimez sulla dispersione scolastica nelle regioni del Mezzogiorno confermano un fenomeno allarmante che purtroppo nessuno degli interventi adottati fino ad ora ha in alcun modo scalfito: il dato nazionale parla di una dispersione scolastica al 14,5% nel 2018 in crescita dello 0,5% sul 2017 con punte del 18,8% nel Mezzogiorno anche in questo caso in preoccupante crescita.
Se le percentuali non scendono vuol dire che dobbiamo tutti interrogarci, le istituzioni per prime ma anche le parti sociali, su quali siano gli interventi urgenti da mettere in atto per invertire la tendenza.
Lo dichiara il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini. “I ragazzi che abbandonano il sistema di istruzione e formazione andranno a rinforzare le fila dei NEET, cioè i ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in corsi di formazione con una spreco inaccettabile di risorse preziose per la crescita e lo sviluppo del nostro paese.
E’ necessario intervenire urgentemente per prima cosa stanziando risorse aggiuntive nella legge di bilancio per il 2020 per investire nel sistema nazionale di istruzione e formazione dallo 0-6 fino al livello terziario, a partire dalla valorizzazione dei lavoratori del comparto, per rafforzare il raccordo tra scuola e lavoro potenziando l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato di primo e terzo livello, sostenere gli ITS ed attuare un sistema nazionale di apprendimento permanente che aiuti giovani ed adulti a valorizzare, elevare e perfezionare le proprie competenze lungo tutto il corso della loro vita.
E’ necessario che i finanziamenti nazionali, regionali e quelli dei fondi strutturali siano orientati tutti verso obiettivi condivisi e partecipati dalle istituzioni a tutti i livelli e dalle parti sociali per fare finalmente massa critica con interventi che possano impattare concretamente sulla vita dei cittadini.
Anche i sindacati devono fare la loro parte ed infatti stiamo lavorando con Confindustria per dare attuazione alla parte dell’accordo interconfederale del 9 marzo 2018 su educazione e formazione dettagliando cosa le parti sociali possono fare per impedire la dispersione di competenze, abilità, professionalità preziose per la crescita civile, sociale, economica ed occupazionale del nostro paese”.