In uno scenario di mercato che vede un andamento contrastante della domanda di prestiti e mutui da parte delle famiglie, Mister Credit – l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – ha consolidato l’aggiornamento relativo al I semestre 2019 del suo studio sull’utilizzo del credito da parte degli italiani partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC – il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
Nello specifico, lo studio si propone di fornire periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale relativamente alla composizione dell’esposizione nei confronti degli Istituti di credito. I dati di dettaglio relativi alle singole province e la nota metodologica sono pubblicamente consultabili sulla Mappa del Credito, uno strumento interattivo raggiungibile alla pagina .
La Mappa del credito delle famiglie italiane
Nel I semestre 2019 a livello nazionale emerge che quasi 4 italiani su 10, più precisamente il 39,4% del totale della popolazione maggiorenne residente in Italia risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo (+8,0% rispetto ad un anno fa) mentre a livello pro-capite mensilmente vengono rimborsate rate per un importo pari a 344 euro (-1,5%).
Mediamente i soggetti attivi nel credito hanno un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – pari a 33.084 euro (in calo del -1,8% rispetto alla corrispondente rilevazione del 2018) in virtù del peso ancora rilevante dei mutui nel portafoglio degli italiani.
“Questi dati confermano i segnali di allargamento della platea dei cittadini che usufruiscono del credito bancario per sostenere i propri consumi e l’investimento sulla casa mentre il progressivo calo sia della rata media sia dell’esposizione residua forniscono una positiva indicazione circa la sostenibilità del debito di consumatori e famiglie – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF.
Ma quali sono le forme di finanziamento più diffuse?
Dall’analisi condotta da Mister Credit risultano al primo posto i prestiti finalizzati, ossia quei prestiti destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. Tali operazioni di credito hanno un peso, in termini di numerosità, pari al 45,5% sul totale. Al secondo posto troviamo i prestiti personali, che si legano alla progettualità delle famiglie, con una incidenza del 32,8%. Infine, la componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 21,7% sul totale.
La quota di popolazione con almeno un rapporto di credito attivo varia da regione a regione
Entrando maggiormente nel dettaglio, dallo studio emerge una fotografia estremamente composita che rispecchia fattori economici e sociali quali, ad esempio, la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, il diverso costo degli immobili o la tendenza ad allungare la permanenza nell’abitazione di famiglia, la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare, la maggiore abitudine a rivolgersi alla cerchia familiare o amicale per pianificare gli acquisti rispetto agli istituti di credito, ecc.
Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 44,2% del totale, che precede Sardegna (con il 43,2%) e Friuli-Venezia Giulia (con il 42,9%). Seguono il Lazio (con il 42,3%) e la Valle d’Aosta (con il 41,8% della popolazione). All’estremo opposto del ranking nazionale si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 20,2% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 32,1%) e dal Molise (con il 33,8%).
La distribuzione della tipologia di contratti per regione
Relativamente alla distribuzione delle diverse tipologie di contratti di finanziamento all’interno del portafoglio delle famiglie, per quanto riguarda i mutui l’incidenza più elevata è risultata essere quella dei Friulani, con il 30,8% del totale, seguiti dagli Emiliani (con il 26,2%) e dai Lombardi (con il 25,9%). Agli ultimi posti della graduatoria, tutte ben al di sotto della media nazionale, si collocano invece la Calabria, la Sardegna e la Campania, rispettivamente con il 13,6%, il 15,4% e il 15,8% del totale.
Relativamente alla forma tecnica dei prestiti personali, invece, l’incidenza più elevata è quella riscontrata in Molise, con il 37,2%, davanti alla Basilicata, con il 36,6%, mentre la Toscana e la Lombardia chiudono la graduatoria nazionale con il 29,9% e il 30,3%.
Infine, per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi sono i cittadini della Calabria e della Campania quelli con la più elevata incidenza, rispettivamente con il 53,5% e il 49,9% del totale.
L’importo medio delle rate rimborsate ogni mese
Le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 430 Euro, il Veneto (con 390 Euro) e la Lombardia (con 387 Euro). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 370 e 364 Euro.
Per interpretare questa dinamica va però considerato che in queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che tipicamente hanno un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza considerare il valore degli immobili. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta in genere più elevato della media nazionale e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di rimborsare rate mediamente più elevate senza intaccare il livello di sostenibilità rispetto al bilancio familiare.
Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate medie mensili più leggere, soprattutto in Sardegna, dove si attestano a 285 Euro, in Calabria (290 Euro) e in Sicilia (301 Euro) in virtù della maggiore incidenza dei prestiti finalizzati nel portafoglio delle famiglie, che hanno un importo mediamente più contenuto, a scapito della più modesta incidenza dei mutui.
L’esposizione residua mediamente in carico agli italiani
Analogamente a quanto evidenziato a proposito dell’importo della rata media mensile, anche per quanto riguarda l’ammontare residuo del debito troviamo il Trentino-Alto Adige al primo posto del ranking nazionale, con 43.289 Euro pro capite che ancora devono essere rimborsati per estinguere i finanziamenti in corso. Segue a poca distanza Lombardia, con 41.189 Euro, mentre Emilia Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua intorno ai 38.000 Euro. Nel complesso tutte queste regioni si caratterizzano per una elevata incidenza dei mutui nel portafoglio delle famiglie cui si accompagna, sovente, anche un più alto valore degli immobili il cui acquisto è sostenuto da un finanziamento.
All’estremo opposto della classifica, con soli 21.848 Euro i cittadini della Calabria risultano avere un’esposizione residua pari più o meno alla metà di quello dei Trentini e dei Lombardi. Insieme alla Sicilia e al Molise, sono le uniche regioni in cui il valore che rimane ancora da rimborsare risulta inferiore ai 25.000 Euro, ben al di sotto della media nazionale, che risulta pari a oltre 33.000 Euro.
“Dall’aggiornamento della Mappa del Credito è possibile trarre una fotografia puntuale e dettagliata della propensione degli italiani a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, in grado di aiutare a comprendere meglio la dinamica in atto nelle diverse aree del Paese – conclude Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF -. L’obiettivo della Mappa del Credito è anche dare la possibilità ai cittadini di confrontare il proprio indebitamento rispetto alla realtà in cui vivono, posto che la gestione del budget familiare dipende da scelte personali effettuate rispetto al proprio reddito, alle proprie esigenze e prospettive.”