In crescita il numero di immobili presenti nelle banche dati del Catasto italiano. Sono 75,5 milioni le unità immobiliari registrate negli archivi catastali dell’Agenzia delle Entrate, di cui 65 milioni censite nelle categorie ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,4 miliardi di euro.
La maggior parte, oltre 60milioni di unità, è di proprietà delle persone fisiche, per una rendita complessiva di 22,8 miliardi di euro, il 61% del totale.
Questo è il quadro complessivo del patrimonio immobiliare italiano che emerge dalle Statistiche Catastali, la pubblicazione annuale curata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, disponibile da oggi sul sito internet delle Entrate.
Lo stock immobiliare italiano – In sostanza, nel 2018 lo stock immobiliare italiano è aumentato dello 0,6%, con circa 400mila unità in più rispetto al 2017. Gli intestatari si confermano, in larga misura, persone fisiche per circa l’88% del patrimonio totale. Rispetto all’anno precedente, crescono dell’1,8% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,2% gli immobili a destinazione speciale (gruppo D) e dello 0,8% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento dell’1% le unità immobiliari ad uso collettivo (gruppo B), quelle censite come negozi (C/1) e pertinenze (C/2, C/6 e C/7) all’interno del gruppo C (+0,8%) e le abitazioni (+0,3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,3%).
Case su misura – L’abitazione italiana media censita in catasto ha 5,5 vani, mentre è leggermente più piccola quando non è di proprietà delle persone fisiche. Riguardo invece i metri quadri, la superficie media delle abitazioni censite negli archivi, calcolata come rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità, si è confermata pari a circa 117 m2. Nel dettaglio, è inferiore a 100 m2 per le abitazioni in categoria popolare, rurale, ultrapopolare e per abitazioni e alloggi tipici dei luoghi (A/4, A/5, A/6 e A/11) e va ben oltre i 200 m2 per le unità nelle categorie, abitazioni signorili, ville, castelli e palazzi di pregio (A/1, A/8 e A/9).
Come cambiano le abitazioni – Le unità immobiliari censite come abitazioni sono oltre 35 milioni, circa 92mila unità in più rispetto al 2017 (+0,3%). In particolare, rispetto all’anno precedente aumentano il numero dei villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+0,5%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Diminuiscono, invece, le abitazioni signorili (-1,8%), le abitazioni popolari (-0,5%), le ville (-0,5%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,2%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,6% e -3,2%).
Rendita catastale complessiva in crescita – Per il 2018 i dati confermano il trend di crescita già registrato nel 2017, +0,5% rispetto al +0,4% registrato l’anno prima. In particolare, l’aumento interessa tutti i gruppi ad eccezione del gruppo delle unità immobiliari adibite ad uffici (A/10), in calo dello 0,4%.
Dove consultare i dati – Le Statistiche catastali, con le tabelle di dettaglio suddivise per categoria e provincia, possono essere consultate liberamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.